Il segretario del PD romano Enzo Foschi: "A Francesco D'Ausilio sento di dover chiedere scusa. Fui tra coloro che ne sollecitarono le dimissioni"
Il proscioglimento di Francesco D’Ausilio, potrebbe arrivare già alla fine del mese di gennaio 2025, dopo una vicenda processuale durata nove anni e con la formula di assoluzione piena richiesta dal Pubblico Ministero: “perché il fatto non sussiste”.
A confermarlo in queste ore, anche il Segretario del PD romano Enzo Foschi, militante di lungo corso, (dal PCI, PDS, DS, PD) eletto a luglio del 2023, con scuse ufficiali sul web a D’Ausilio tramite i suoi canali ufficiali: “A Francesco sento di dover chiedere scusa e lo faccio da Segretario del PD Roma. Fui tra coloro che ne sollecitarono le dimissioni da Capogruppo in maniera riservata, preoccupato in quei giorni della sua esposizione politica, in qualità all’epoca, di Capogruppo del Pd in aula Giulio Cesare”.
Quelle dimissioni però, come sottolineato nella nota del segretario del PD romano, non furono sufficienti, e Francesco D’ausilio finì coinvolto in un troncone del processo di mafia capitale che come vene appurato, mafia non era.
Intanto sulla richiesta di proscioglimento per Francesco D’Ausilio, Foschi ha dichiarato: “E’ una persona perbene e ora a dirlo è l’accusa che in teoria avrebbe dovuto richiedere la sua condanna. In questi lunghissimo nove anni ha lottato e resistito alle ipocrisie alle falsità e alle schifezze strumentali che abbondano purtroppo anche nei rapporti politici” – conclude Foschi.
L’inchiesta era stata battezzata “Mafia Capitale” dagli inquirenti, ma fu poi la stessa Cassazione, il 22 ottobre del 2019, a stabilire che non c’erano le condizioni per il 416 bis, ribattezzando la vicenda con il nome “Mondo di mezzo” e ispirato ad un’intercettazione di Carminati.
Come conseguenza dell’inchiesta su mafia capitale che pur non vedendolo indagato nel 2015, lo vedeva comparire in alcune intercettazioni, il consigliere del Pd ex capogruppo dem, si era dimesso dal suo incarico in Aula Giulio Cesare, decidendo di tornare al suo lavoro, dedicarsi di nuovo agli studi e alla sua famiglia.
Un gesto spiegato all’epoca come la volontà di contribuire a fare chiarezza e bloccare in parte l’onda mediatica che poi comunque lo investì con tutta Roma Capitale.
Con la sfiducia del Pd al sindaco Ignazio Marino e conseguente caduta del Campidoglio, arrivarono anche i guai giudiziari per il X Municipio. Il parlamentino di Ostia in quel 2015 infausto fu “marchiato dallo stigma” di Mafia Capitale, con la presidenza di Andrea Tassone finita nell’occhio del ciclone mediatico: Consiglio e Giunta municipali si dimisero e tra questi anche Emanuela Droghei, moglie di D’Ausilio e all’epoca assessore.
Per l’ex minisindaco di Ostia arrivò poi la condanna a 5 anni, al termine del processo su Roma. E il Municipio venne commissariato per due anni con l’accusa di infiltrazioni mafiose all’interno della pubblica amministrazione.
“Prendiamo atto della richiesta di assoluzione avanzata dal Pubblico Ministero per Francesco D’Ausilio. La richiesta, contenuta nella memoria già depositata
presso la Cancelleria del Tribunale, utilizza la formula liberatoria più ampia e a parere della difesa poggia su argomentazioni accettabili e condivisibili dalle quali pare non ci si possa discostare” – ha dichiarato l’avvocato Clara Veneto, difensore dell’ex capogruppo del PD Francesco D’Ausilio, imputato in uno dei filoni nati dal procedimento Mondo di Mezzo.
La sua esperienza politica si è fermata con le dimissioni da Consigliere Capitolino nel 2015, quando si è trovato coinvolto dall’inchiesta “Mafia Capitale”, per cui è stato rinviato a giudizio nel 2018. Oggi è storico dell’alimentazione, dottore di ricerca in storia, professore a contratto in università’ italiane e internazionali sul cibo e la dieta, sui sistemi alimentari globali, sulle tecnologie verdi emergenti.