Le indagini dei carabinieri sul furto dei cavi di rame dopo la scoperta di due furgoni e persone sporche di fango
L’indagine sul furto dei cavi in rame dell’alta tensione era partita diversi mesi fa. Ora sono arrivate le misure cautelari nei confronti di sei persone da parte dei carabinieri, che stanno svolgendo le indagini.
I cavi in rame dell’alta tensione, oggetto di furto, sono stati scoperti lo scorso dicembre. Nelle vicinanze di un ristorante lungo la via Ardeatina erano stati notati due furgoni con alcune persone che avevano un atteggiamento sospetto.
Sul posto, per verificare la segnalazione, erano giunti i carabinieri della stazione Divino Amore.
Qui avevano trovato cinque persone nascoste nel cassone di uno dei due furgoni. Erano sporche di fango.
I controlli sul secondo furgone hanno portato al ritrovamento di ben 1.190 kg di cavi in rame per l’alta tensione. Nel veicolo c’erano anche gli arnesi da scasso.
A quel punto sono scattate le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma. Attraverso delle approfondite analisi tecniche, i militari hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico delle sei persone indagate. Il Gip del Tribunale di Roma ha così emesso il provvedimento che dispone le misure cautelari nei loro confronti.
A notificarle sono stati, su delega della Procura della Repubblica di Roma, i carabinieri della Compagnia di Pomezia e della Stazione di Roma Divino Amore.
Tra le 6 persone, 4 sono destinatarie della custodia cautelare in carcere e 2 della misura dell’obbligo di dimora. Si tratta d giovani tra i 21 e i 31 anni, tutti domiciliati presso il campo rom dell’Albuccione. Sono gravemente indiziati del reato di ricettazione in concorso.