Al Teatro Garbatella va in scena “L’abito nero”: la potenza dell’anima laica vestita da Papa

Domenico Surace mette in scena al Teatro Garbatella una pièce di Donato Di Stasi: l’abito rimanda a visioni spirituali ma è l’anima laica, singolare e collettiva, a parlare

Il Teatro Garbatella è pronto per ospitare un’opera di grande potenza simbolica. La pièce che andrà in scena martedì 15 ottobre e mercoledì 16 si intitola “L’abito nero” ed è stata scritta da Donato Di Stasi, che ne è anche il regista, su misura per le doti spettacolari di Domenico Surace.

Domenico Surace mette in scena al Teatro Garbatella una pièce di Donato Di Stasi: l’abito rimanda a visioni spirituali ma è l’anima laica, singolare e collettiva, a parlare

Liberamente ispirato al testo per il teatro di Jean Cocteau “La voce umana(va menzionata la versione cinematografica diretta nel 2014 da Edoardo Ponti e resa celebre dalla mamma, Sofia Loren) e al romanzo-saggio di Roland Barthes “Frammenti di un discorso amoroso, “L’abito nero” raccoglie echi di altri vissuti e di altre storie, assumendo la dimensione di un evento singolare e multiplo, irripetibile e ordinario, ovvero la disperazione e l’esaltazione di un’anima individuale e collettiva.

“L’abito nero” in scena al Teatro Garbatella

Una stanza vuota. Un uomo con un enorme camicione bianco parla al telefono. Si sta consumando la fine di un amore tra rimpianti, nostalgia, tenerezza, risentimenti, accuse, invocazioni supplichevoli, delirio. La voce contiene mille risonanze, racconta molto di più che la semplice fine di una storia. Chi è l’uomo con il camicione bianco che dice di indossare un abito di raso nero? A chi appartiene la voce all’altro capo del telefono?

Al Teatro Garbatella va in scena “L’abito nero”: la potenza dell’anima laica vestita da Papa 1

L’uomo vestito di bianco interpreta tre personaggi: sé stesso nel dramma di un amore negato; un uomo qualunque impegnato nella commedia grottesca della quotidianità; una pura voce umana che si lacera nella tragedia del linguaggio, nella constatazione che le parole perdono il loro peso, la loro fisicità e sonorità e finiscono per essere contenitori vuoti e insignificanti. Il bianco cangiante e la lunga tunica rimandano all’iconografia classica dell’abbigliamento del Papa: in questo caso, però, l’abito sembra un espediente scenografico per dare potenza e sovranità all’intimità non già religiosa bensì laica del personaggio.

L’abito nero è la sfida di un uomo inerme che si ribella alla decadenza di un’intera civiltà e alla distruzione consapevole delle relazioni umane e dei sentimenti.

Al Teatro Garbatella, piazza Giovanni da Triora 15, martedì 15 e mercoledì 16 ottobre, ore 21. Info e prenotazioni al numero 3496766446.