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Roma, femminicidio di Manuela Petrangeli: chiesto il processo immediato per l’ex

Gianluca Molinaro uccise la ex sparandole da un metro di distanza: l'accusa gli contestata l'omicidio premeditato

Sparò e uccise l’ex, una fisioterapista di 51 anni, sparandole a un metro di distanza. Ora per Gianluca Molinaro la procura punta a ottenere subito il processo.

Gianluca Molinaro uccise la ex sparandole da un metro di distanza: l’accusa gli contestata l’omicidio premeditato

La procura di Roma ha chiesto il giudizio immediato – il rito che salta l’udienza preliminare – per Gianluca Molinaro, l’uomo che lo scorso 4 luglio uccise con un fucile Manuela Petrangeli, sua ex compagna e madre di suo figlio. La decisione del gip potrebbe essere scontata.

I pm, nell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, contestano l’omicidio aggravato dalla premeditazione, lo stalking, la detenzione abusiva di armi e in relazione a quest’ultima accusa, anche quella di ricettazione.

L’uomo, dopo il delitto compiuto in via degli Orseolo, a Casetta Mattei, poco distante dalla clinica dove lavorava la sua ex, si era costituito in una caserma dei carabinieri consegnando il fucile a canne mozze con cui aveva compiuto il femminicidio.

L’omicidio annunciato 40 minuti prima

Gli inquirenti avevano acquisito nell’indagine anche gli sms inviati a un amico prima del delitto nei quali si legge “oggi forse prendo due piccioni con una fava” e in un altro, dopo l’omicidio della fisioterapista, “gli ho sparato du botti”.

Nel primo messaggio inviato alle 13.04 di giovedì 4 luglio, Molinaro aveva allegato anche una foto del fucile.

Quaranta minuti dopo Manuela Petrangeli, fisioterapista di 51 anni, verrà uccisa con una fucilata al petto a fine turno nella clinica dove lavora. L’ex si è limitato ad abbassare il finestrino dell’auto e ha aperto il fuoco. Un colpo al braccio e poi quello fatale.

Messaggi non letti

Quei messaggi l’amico di Molinaro ha poi spiegato di averli visti quando ormai era troppo tardi.

Nell’ordinanza con cui a luglio era stato convalidato il fermo il gip aveva sottolineato come “gli elementi sono assolutamente convergenti” evidenziando la “pervicace gelosia” dell’uomo “nonostante la relazione si fosse conclusa da circa tre anni”.