Una nuova manifestazione a Roma Pro Palestina. Stavolta autorizzata. Ad organizzarla il Movimento degli Studenti Palestinesi, l’associazione dei palestinesi in Italia-Api e la Comunità Palestinese d’Italia. Associazioni che non erano presenti alla manifestazione del 65 ottobre (che ha fatto contare un arresto e 34 agenti feriti) perché vietata dalla Prefettura per motivi di sicurezza.
Data e orario fissati. Sabato 12 ottobre, partenza dal corteo alle ore 15 da Piazzale Ostiense.
L’annuncio della manifestazione Pro Palestina è accompagnata da una nota: “Dopo 12 mesi di genocidio, pulizia etnica, violenza, crimini di guerra e contro l’umanità, Gaza è ridotta ad un cumulo di macerie. Il regime sionista ha ucciso almeno 42.252 palestinesi, di cui 16.500 bambinɜ; ne ha ferite 95.921 e sfollate 1.9 milioni (al momento)”.
“Israele” – si aggiunge – sta mostrando l’intento che da oltre 76 anni guida la sua azione criminale: il completo annientamento del Popolo Palestinese, spinto dal costante principio di pulizia etnica.
“Inoltre, per mezzo di bombardamenti, massacri e invasione verso il Libano e la Siria, il sionismo sta mostrando la sua ferrea volontà nel voler portare avanti il progetto della “Grande Israele”: infatti, il piano non mira a colonizzare solo la Palestina, ma ad espandere i propri confini”.
“Il 12 ottobre vogliamo scendere in piazza per fermare il genocidio che sta subendo il popolo palestinese, non dal 7 ottobre ma da ben 76 anni – spiega il presidente della Comunità Palestinese a Roma, Yousef Salman – Per fermare il massacro in Libano e chiedere sanzioni totali al settore militare israeliano”.
L’intento è quello di chiedere anche che sia cancellato l’accordo di associazione UE-Israele affinché siano interrotti tutti i rapporti di tipo economico, accademico, scientifico, militare, politico e diplomatico con lo Stato israeliano.
“A Roma – ha spiegato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, riferendosi alla manifestazione del 5 ottobre – abbiamo assistito a uno schema già visto, che vede frange estremiste, composte da veri e propri professionisti del disordine, mimetizzarsi tra i manifestanti pacifici, per poi dar luogo a intollerabili forme di violenza”.