Immagine non collegata ai fatti
Nella scuola materna prima trovato un serpente e ora una colonia di topi: piccoli a casa per una settimana
Scuola materna chiusa per topi. Troppi in circolazione, tra giardino e avvistamenti in aule. I piccoli dell’istituto così rimarranno a casa per tutta la settimana. Succede alla “Benucci”, in via a Ignazio Ribotti, al Portuense, la scuola materna dove all’apertura dell’anno scolastico un serpente ha morso una bidella.
All’interno della scuola lunedì 30 settembre sono stati trovati più topi. Dall’inizio della settimana, quindi, la scuola è chiusa per consentire le operazioni di derattizzazione.
Dopo la derattizzazione tra domani e, giovedì 3 ottobre, e il giorno successivo, ossia venerdì, è programmata la sanificazione delle aule. Non basteranno, quindi, i tre giorni di chiusura ipotizzati dalla direzione scolastica in un primo momento. E’ necessaria una procedura più complessa considerato che gli escrementi dei topi sono stati trovati anche negli spazi dei bambini.
“La pazienza dei genitori e delle educatrici è finita, auspichiamo in un pronto e risolutivo intervento“, fanno sapere Fabrizio Santori, capogruppo della Lega Roma Capitale e Enrico Nacca, consigliere nel municipio XI ricordando il caso del serpente.
Per l’assessora alla scuola del municipio XI, Claudia Bruschi, l’invasione dei topi potrebbe essere ricollegata alla mancata raccolta dei rifiuti, in particolare dell’umido.
“Venerdì ci è stato segnalato che da giorni, forse addirittura dall’inizio dell’anno scolastico, non avveniva la raccolta dell’umido, che in una scuola che prepara pasti a 120 alunni, non è banale – spiega l’assessora – Nella stessa giornata subito dopo la segnalazione, ci siamo attivati per risolvere la situazione e l’emergenza è rientrata”.
“Ma subito dopo abbiamo scoperto la presenza di topi, quindi immaginiamo che ci sia un collegamento tra la mancata raccolta e l’invasione di topi. Colpa di chi? Verrà accertato. La priorità è aprire la scuola“.
La ditta – delegata da Ama – si sarebbe giustificata sostenendo di non avere più le chiavi del cancello di quell’edificio.