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Roma, crack in un’ex bisca del Comune: accertate oltre 5mila cessioni. La retata

Crack e cocaina smerciati in un locale del Comune occupato: sei arresti con cani cinofili e elicotteri

Una ex bisca di Casal Bruciato trasformata in una centrale di spaccio di crack e cocaina. E’ qui in un locale del Comune occupato da anni che i carabinieri hanno registrato oltre 5mila cessioni di stupefacenti. Tra gli acquirenti anche minori accompagnati da adulti. Dall’alba di oggi la retata: cinque misure cautelari in carcere e una ai domiciliari.

Crack e cocaina smerciati in un locale del Comune occupato: sei arresti con cani cinofili e elicotteri

A coordinare l’operazione dei carabinieri di piazza Dante, supportati dal Nucleo Cinofili di Santa Maria di Galeria e dal Nucleo Elicotteri Pratica di Mare,  la Direzione Distrettuale Antimafia di piazzale Clodio. Gli arrestati sono accusati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

Lo smercio che avveniva in via Sebastiano Satta è stato monitorato per diversi mesi, a cavallo tra novembre 2023 e l’aprile 2024.

Lo spaccio era organizzato a turni garantendo ai clienti l’acquisto di cocaina e crack, sostanze stupefacenti per le quali pusher e vedette utilizzavano un codice alfa numerico cifrato con il quale indicavano i quantitativi e la qualità della sostanza quotidianamente comprata e venduta.

Bisca blindata

Attraverso i riscontri effettuati nel corso dell’indagine, i Carabinieri hanno accertato che la postazione del pusher, collocata all’interno di questo locale denominato “bisca”, era protetta da una porta in ferro, installata abusivamente e gestibile solo dall’interno.

Ad ulteriore “difesa” del pusher era prevista una rete di vedette, alcune delle quali chiamate ad osservare gli ingressi nelle strade di accesso al locale, altre, invece, ad effettuare un controllo preventivo degli acquirenti appena arrivati: la necessità era oltre quella di scongiurare la presenza di operatori delle forze dell’ordine in abiti borghesi, sapere in anticipo il quantitativo e il tipo di sostanza stupefacente richiesta.

Superato il primo “controllo”, la vedetta, senza utilizzare ricetrasmittenti, a rischio di essere intercettate, ma solo attraverso segni convenzionali, faceva aprire il portone al pusher che veniva così raggiunto dal cliente per la successiva cessione.

L’accesso al locale era regolato da un video citofono e da due telecamere poste all’ingresso della “bisca” che consentivano la visione della persona che giungeva per l’acquisto e dell’area antistante all’ingresso. In alcuni casi le visite degli acquirenti erano precedute da contatti telefonici tramite piattaforme informatiche.

Ai fini organizzativi e per mantenere le relazioni tra gli indagati e fornire le indicazioni quotidianamente necessarie venivano utilizzati apparecchi telefonici dedicati all’attività illecita e falsamente intestati.

In caso di intervento delle Forze dell’Ordine, le vedette facevano allontanare gli acquirenti, mentre il pusher, lasciato chiuso il portone in ferro, abbandonava la propria postazione, nascondendosi in uno degli appartamenti dello stabile.

I locali già sequestrati

I due locali commerciali costituenti la “bisca” e un appartamento occupati abusivamente erano stati già sequestrati e liberati e successivamente restituiti al comune di Roma.

I carabinieri hanno inoltre sequestrato una pistola scacciacani priva di tappo rosso, due sistemi di videosorveglianza muniti di tre telecamere, materiale vario per il taglio e confezionamento dello stupefacente, 18 smartphone muniti di schede telefoniche, una rubrica recante date e numeri attinenti all’approvvigionamento della sostanza stupefacente, 24.155 euro in banconote da piccolo e medio taglio.

Documentati nel corso delle indagini, 5648 episodi di spaccio di sostanza stupefacente per un volume di affari di decine e decine di migliaia di euro.