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Roma, allarme economia: “Gli aumenti e le difficoltà per avere il CIN metteranno in ginocchio il turismo”

Gli operatori del turismo in allarme: "I turisti non vanno considerati vittime sacrificali di un esproprio legalizzato"

Turismo a rischio stangata. Da una parte i turisti tartassati, dall’altra gli operatori gravati da procedure e balzelli obbligatori e inapplicabili. Ormai nel sistema del turismo di Roma è allarme rosso.

Gli operatori del turismo in allarme: “I turisti non vanno considerati vittime sacrificali di un esproprio legalizzato”

La tassa di soggiorno più alta di Europa, l’aumento in vista per i biglietti del bus e la proposta di un ticket per ammirare la Fontana di Trevi. E infine la difficoltà degli operatori turistici di ottenere il CIN, il Codice identificativo nazionale obbligatorio per le locazioni turistiche e le strutture ricettive turistiche.

A lanciare l’allarme da un lato la Federalberghi Roma dall’altro l’Anbba, l’associazione nazionale Bed and Breakfast e Affittacamere.

Federalberghi Roma è diretta e invia il messaggio direttamente al Campidoglio: “Siamo preoccupati e contrari agli aumenti per i visitatori della Capitale. Altra stangata per il turismo”.

C’è grande preoccupazione e ferma contrarietà ai possibili aumenti che sembrano profilarsi per i visitatori e quindi per il sistema turistico della Capitale e non solo. Dalla tassa di soggiorno ai biglietti di bus a metro, fino alla paventata istituzione di un pedaggio per l’accesso alla Fontana di Trevi, l’Associazione di categoria più rappresentativa degli albergatori capitolini lancia l’allarme sulla potenza dell’impatto negativo che la loro effettiva entrata in vigore porterebbe al settore e a cascata all’intera economia romana“, fa sapere il presidente Giuseppe Roscioli.

Per Roscioli “si sta ormai arrivando all’accanimento sul turista. Dopo quello che nello scorso ottobre ha portato Roma ad essere la Capitale con il contributo di soggiorno più alto d’Europa, un nuovo aumento di questa tassa appare semplicemente inconcepibile ed illogico”. I turisti – conclude – non vanno considerati vittime sacrificali di un esproprio legalizzato. 

Caos CIN per i B&b

Intanto il CIN mette in difficoltà a Roma e nel Lazio centinaia di strutture turistiche. A denunciarlo Cesare Gherardi, direttore di Anbba. “La difficoltà in ambito nazionale di ottenere il CIN nel  Lazio è ancora più complessa – spiega -. Oltre alla questione del CIN, è stata introdotta la piattaforma telematica Ross1000 , destinata a sostituire il sistema Radar per il monitoraggio dei flussi turistici ai fini Istat.

Purtroppo è notorio che la vecchia  piattaforma  ha sempre mal funzionato e quindi il passaggio alla nuova sta innescando un  ulteriore caos per avere accesso al ROSS1000 ci vuole il CIN per avere il CIN ci vuole il CIR, il codice identificativo regionale”.

I supporti informativi e i centralini regionali del Lazio  risultano costantemente occupati, e il nostro sito è stato letteralmente preso d’assalto da richieste di informazioni aggiunge Gherardi – Tuttavia, non possiamo sostituirci alle istituzioni.

Abbiamo cercato di contattare le autorità regionali del Lazio per organizzare un webinar informativo, ma nonostante ripetuti tentativi e email inviate ai dirigenti del settore presso gli uffici della Regione Lazio in Via di Campo Romano n. 65, non abbiamo ricevuto alcuna risposta”.