Carcere minorile, a Casal del Marmo nuovo caos: rissa tra italiani e magrebini

Nel carcere minorile in poche ore sono scattate tre emergenze. I sindacati: "Personale stremato"

Caos a Casal del Marmo: celle incendiate nel carcere minorile e agente ferito
Foto di archivio

Caos a Casal del Marmo. In meno di 24 ore nel carcere minorile sono scattate tre emergenze che hanno richiesto rinforzi e lo sbarramento delle celle. L’ultima, una rissa, scoppiata nel pomeriggio di ieri, lunedì 23 settembre. Il personale di polizia è stremato.

Nel carcere minorile in poche ore sono scattate tre emergenze. I sindacati: “Personale stremato”

Dalle 16.30 circa alle ore 21 i poliziotti penitenziari hanno dovuto fronteggiare una rissa tra detenuti italiani e magrebini all’interno della palazzina Giovani Adulti.

Una criticità che si è creata nonostante nel carcere minorile siano presenti i rinforzi sia del Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità di Roma che quelli richiamati liberi dal servizio.

La sera prima verso le 23 era stato appiccato un incendio nella palazzina minori. E solo grazie all’intervento dei poliziotti si è evitato il peggio. Nessun ferito e una cella fuori uso.

Qualche ora dopo, in piena notte, un una detenuta con problemi psichiatrici ha creato non pochi problemi. Per lei è stato necessario il ricovero in ospedale. Il 15 settembre, invece, gli agenti in forze hanno dovuto reprimere una rivolta.

Attualmente il carcere ospita 58 detenuti, almeno otto più del previsto.

Massimo Costantino segretario regionale della Fns Cisl Lazio ritiene he la situazione a Casal del Marmo sia sempre più preoccupante. “Così non può continuare – dichiara – Purtroppo ci si sta incamminando verso una situazione che vede comprimere ulteriormente i diritti del personale. Abbiamo chiesto un incontro Urgente al Direttore del Centro Giustizia Minorile di Roma al fine di verificare la situazione ed assicurare le necessarie tutele del personale”.

Le criticità: forza lavoro ridotta al minimo e logorata da turni costantemente deleteri, continue assenze legate alla gestione di eventi critici che comportano infortuni sul lavoro e spazi ristretti dell’intera struttura che mettono a rischio la tutela e la salvaguardia delle persone ristrette.

“Atti concreti”

Dalle condizioni delle carceri si misura il grado di civiltà della nostra Repubblica ma non occorre dimenticare che chi opera nei penitenziari compreso i minori perché il personale tutto, polizia penitenziaria, direttori e funzionari del corpo, devono poter lavorare in serenità e questo non risulta ad oggi ed purtroppo non compreso da chi, invece, dovrebbe intervenire e risolvere la problematica”, aggiunge Costantino.

Il personale è stremato e così non si può continuare, servono ora come non mai solo atti concreti”, la conclusione.