L'obiettivo è fare un bilancio sulle buone pratiche di sostegno per i ragazzi con problemi di salute mentale presi in carico da alcuni centri del sistema sanitario regionale
Professionisti a convegno per esaminare i risultati di mPOW, un progetto internazionale cui hanno partecipato Italia, Portogallo, Repubblica Ceca e Finlandia sulle modalità di reinserimento in società di giovani con problemi di salute mentale. Come quelli in cura presso i Centri di Salute Mentale della Asl Roma 3 e che sono: Brisse, Cantiere 24, Monteverde, Mazzacurati e i Centri diurni di Fiumicino e del X Municipio di Ostia lido.
L’incontro si terrà venerdì prossimo 20 settembre al Teatro di Porta Portese e metterà a confronto alcuni professionisti dell’azienda sanitaria locale e della Cooperativa Grande Carro che ha preso parte alla sperimentazione durata due anni grazie ai finanziamenti dell’Unione europea e al coinvolgimento di una piccola parte dei ragazzi in cura nelle strutture di sostegno della capitale.
Il progetto mPOW ha coinvolto quasi 400 giovani e nasce come strumento di ricerca ed elaborazione di metodologie di lavoro per sostenere i giovani che hanno difficoltà a trovare il loro posto nella società, specialmente coloro che hanno problemi di salute mentale ed evidenti criticità nell’affrontare studi e vita lavorativa.
“L’iniziativa è rivolta ai NEET, Not in Education, Employement or Training, quella fetta di giovani che non studiano, non sono iscritti a corsi di formazione e non lavorano e che come accade per coloro che frequentano i nostri centri lamentano anche problemi di salute mentale o comunque forme di disagio. La scelta di aderire è stata molto ponderata -sottolinea Francesca Milito, direttore generale della Asl Roma 3- la nostra azienda ha voluto offrire agli utenti opportunità diverse rispetto ai servizi e alle attività che normalmente svolgono nelle nostre strutture”.
“Ad aprile alcuni dei nostri assistiti sono stati, in compagnia dei loro responsabili e riferimenti abituali, a Ostrawa in Repubblica Ceca, dove hanno interagito anche con ragazzi provenienti dalla Finlandia e dal Portogallo della loro stessa età e si sono confrontati su tematiche di ogni tipo”.
“Qualche giorno fa alcuni di questi professionisti si sono incontrati a Lisbona per conoscere e discutere i diversi metodi sperimentali e accrescere le reciproche competenze sul tema del disagio giovanile”.
La metodologia coinvolge varie professionalità e, in primo luogo, chi ha competenze sugli aspetti psicologici necessari a facilitare il percorso di guida degli under 30 all’interno della società.
“È stato davvero importante confrontarsi con professionisti di altre nazioni e per i ragazzi, ancor di più, vivere un’esperienza che in tanti non avrebbero mai pensato di fare. Hanno lavorato in gruppo con giovani di altre nazioni – dice Viviana Muccini, psicologa della ASL Roma 3 che ha partecipato attivamente alla realizzazione di mPOW- ed è stata data loro la possibilità di essere ascoltati come portatori di esperienza”.
“Hanno potuto prendere coscienza delle proprie capacità e della possibilità concreta di essere utili a qualcuno. Fattori che ne hanno accresciuto l’autostima con risultati che, siamo convinti, si consolideranno nel tempo. Stiamo, inoltre, realizzando un libro sulle buone pratiche sperimentate e da sperimentare nel lavoro con questi ‘giovani adulti’ che non riescono a trovare il proprio posto nel mondo”.