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Frode fiscale sui rottami metallici da oltre 8 milioni di euro: 16 persone e due aziende indagate per fatture false

Nel sistema fraudolento montato dalle aziende anche la percezione indebita di mezzo milione di contributi pubblici per la pandemia da Covid

Avevano montato a regola d’arte un enorme giro di fatture false per accumulare il credito IVA e abbattere il reddito imponibile, due società che a tal scopo si erano accordate con 16 soggetti economici, tutti denunciati e indagati per frode fiscale tra Roma e Latina.

Nel sistema fraudolento montato dalle aziende, anche la percezione indebita di mezzo milione di contributi pubblici per la pandemia da Covid

Il sistema fraudolento, che aveva consentito alle due aziende operanti nel commercio dei rottami metallici di risparmiare oltre 4 milioni di euro, è stato scoperto dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Nettuno.

Le indagini della Fiamme Gialle

Le indagini dei finanzieri, hanno preso il via alla fine del 2022, partite dall’emissione di un’enorme quantità di fatture false, da alcuni soggetti economici privi di sede fisica nella zona di Anzio Nettuno.

Un volume di affari, che riportava sistematicamente a due importanti aziende, che commercializzavano nei rottami metallici di Roma, e di cui una con sede fisica a Cisterna di Latina.

Da quel punto in poi, l’operazione della GdF di Nettuno, si è concentrata prima sulle movimentazioni sui conti correnti bancari, poi sui documenti di trasporto falsi, che attestavano movimenti di automezzi in realtà mai avvenuti, individuando in due anni di indagini 16 soggetti.

Proprio questi ultimi sarebbero coinvolti nell’enorme giro di fatture false che venivano emesse dai soggetti economici, per lo più senza sede né personale alle dipendenze, e finalizzate a consentire alle due società, operanti nella commercializzazione di rottami metallici, di accumulare un ingente credito IVA, per l’abbattimento del reddito imponibile ai fini delle imposte dirette.

Un modus operandi, che gli avrebbe fatto risparmiare oltre 8 milioni di euro. Un provento della frode fiscale, che veniva successivamente fatto sparire dai conti correnti delle due società beneficiarie, con frequenti prelevamenti di contanti.

Durante le perquisizioni presso le abitazioni degli imprenditori, sono stati rinvenuti circa 150mila euro in contanti oltre diversi orologi Rolex, Cartier, Tudor e Panerai.

La frode sui contributi per l’emergenza Covid

Nell’articolata indagine, è infine emerso che alcuni dei soggetti economici coinvolti, avevano anche fruito indebitamente, di contributi pubblici per fronteggiare le conseguenze della pandemia da Covid, pari a mezzo milione di euro.

Per questo, con le accuse dei reati di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, occultamento e distruzione di scritture contabili, indebita percezione di provvidenze pubbliche, riciclaggio e auto-riciclaggio, ei confronti delle 2 società e di 15 persone, sono stati posti sotto sequestro beni mobili e immobili, e disponibilità finanziarie per oltre 8 milioni di euro.

Sequestrati immobili, barche, auto e orologi di lusso

Il sequestro preventivo, in esecuzione di un decreto emesso dal G.I.P. del Tribunale di Velletri, su richiesta della locale Procura della Repubblica, è finalizzato alla confisca “per equivalente” del valore corrispondente alle imposte evase, ed ha riguardato quattro immobili nella provincia di Latina, una barca, orologi di lusso, auto e moto d’epoca, e i saldi dei conti correnti bancari.

Il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari in attesa di giudizio definitivo.