Dopo settimane di messaggi molesti e richieste di incontri a scopo sessuale nei confronti della donna un giovane di Ardea finisce in manette
Non riusciva a togliersela dalla mente e, attraverso un’applicazione molto diffusa, aveva iniziato a inondarla di messaggi in cui le chiedeva di incontrarsi presso la sua abitazione con l’esplicito scopo di consumare rapporti sessuali, persino a pagamento se lei avesse accettato.
Ma la ragazza si è rivolta alla polizia di Stato che, al termine di una serie di indagini condotte dal Commissariato di Anzio Nettuno, ha raccolto indizi sufficienti per identificare e arrestare il responsabile: un giovane 20enne di nazionalità italiana residente ad Ardea.
Gli atti persecutori erano iniziati in forma anonima nello scorso mese di giugno ed erano cresciuti in intensità e frequenza partendo dall’ossessiva richiesta rivolta alla vittima di organizzare un incontro a luci rosse. Richieste che hanno raggiunto il culmine della pervasività dopo i continui rifiuti opposti dalla donna. Il molestatore, visto che le sue insistenze non facevano breccia era, infatti riscorso a minacce sempre più esplicite sino a che, un giorno, ha deciso di arrampicarsi sul muro di cinta di casa della ragazza per poterla osservare e fotografare nell’intimità allo scopo di inviarle sul cellulare immagini a sfondo sessuale.
La donna è poi riuscita a capire che dietro a quel contatto sconosciuto, forse, potesse nascondersi un suo ex compagno di classe. Da quel momento in poi le ricerche dello stalker hanno subito un’accelerazione. La condotta dell’uomo era del resto diventata ampiamente perseguibile dal punto di vista penale, perché con le sue pressioni e il suo atteggiamento ossessivo, aveva fortemente alterato la percezione di sicurezza della giovane costringendola a vivere in uno stato di allerta permanente e a modificare le proprie abitudini quotidiane.
Gli inquirenti, anche grazie alle dichiarazioni della ragazza sono così riusciti a rintracciare l’autore delle reiterate molestie presso la sua abitazione e, su mandato del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Velletri, lo hanno arrestato perché gravemente indiziato del reato di atti persecutori mettendolo agli arresti domiciliari con l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico in attesa delle decisioni dell’autorità giudiziaria.
E’ opportuno ricordare che qualsiasi persona denunciata, fermata, tratta in arresto, indagata oppure rinviata a giudizio in ogni stato e grado del procedimento penale è da considerarsi innocente sino alla pronuncia di una sentenza di condanna definitiva nei suoi confronti.