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Ostia, da Urbinati allo Sporting beach si contano i danni della mareggiata. Muzzarelli: “Siamo già allo stremo”

Una prima mareggiata importante ma non estrema mette in ginocchio da nord a sud gli stabilimenti del Lido di Roma

Cabine riverse a mare, strutture fisse ridotte in pezzi e la spiaggia che si assottiglia sotto la spinta delle onde spazzate da un vento incessante. Gli stabilimenti di Ostia fanno i conti con i danni prodotti dalla mareggiata che ha colpito il litorale, da Ponente a Levante, questa botte di venerdì 13 settembre. E si è trattato solo di un piccolo anticipo di quanto potrà accadere in inverno.

Una prima mareggiata importante ma non estrema mette in ginocchio da nord a sud gli stabilimenti del Lido di Roma

C’è forte preoccupazione per quel che accadrà nell’immediato futuro, si è trattato di una mareggiata importante ma non estrema che si è mangiata altri quindici/venti metri di arenile portando a circa 50 metri l’arretramento della linea di costa dall’inizio di questa stagione” dice Massimo Muzzarelli presidente di Federbalneari Roma e titolare dello Sporting Beach, a sud del Lido, sul Lungomare Amerigo Vespucci e dove l’acqua è arrivata sotto alla terrazza e a minacciare il ristorante.

Onde di un certo rilievo, ma che non hanno superato il metro e mezzo di altezza incuneandosi con facilità nei settori più esposti all’azione erosiva del Tirreno. Un’invasione favorita anche dalla complicità dovuta al parziale completamento delle opere che avrebbero dovuto integrare la cinta di difesa incentrata sui due “pennelli” realizzati a gran velocità nel 2012 a poca distanza dalla costa e che hanno protetto le spiagge situate a ridosso della loro posizione ma creando per effetto del gioco delle correnti un vero e proprio buco che, dopo la Nuova Pineta, ha creato fenomeni violentissimi portando, per esempio, la risacca vicinissimo agli ingressi sul lato strada del Venezia ma anche dell’Hibiscus.

Per non parlare del Kursaal che è stato chiuso dopo il mancato rinnovo della concessione e che è ormai ridotto a un cumulo di macerie (leggi qui) a parte lo storico trampolino in cerca di acquirenti che lo trasferiscano altrove. Un vero e proprio monumento al mare di una delle location più richieste da bagnanti e pendolari della tintarella a partire dagli anni Cinquanta (leggi qui).

Serve un’immediata accelerazione dell’iter per la barriera soffolta e il ripascimento protetto che consentiranno di mettere in sicurezza gli stabilimenti di Levante

La zona di Levante è stata messa particolarmente sotto stress -sottolinea Muzzarelli- perché, purtroppo il lavoro previsto tra primavera e inizio estate per ridare spazio agli arenili non è stato eseguito. E’ chiaro che là dove le spiagge erano quasi inesistenti le strutture sono state sommerse e quelle fisse a differenza di quelle mobili non possono certo essere messe in sicurezza per poi riposizionarle a emergenza finita”.

“Paghiamo lo scotto della parziale realizzazione del sistema protettivo della costa allo studio della Regione Lazio. I tempi di progettazione si stanno allungando ma si tratterebbe di realizzare una barriera soffolta a una certa distanza dal bagnasciuga ed eseguire opere di ripascimento protetto all’interno di quest’area. Un piano -prosegue il presidente di Federbalneari- che ha doti di durabilità sicuramente maggiori ma che non tengono conto della situazione di emergenza ormai conclamata in cui ci troviamo”.

Un’emergenza che ha colpito anche alcune strutture che si trovano più a nord dove si trovano, tra l’altro, gli stabilimenti balneari Urbinati e Conchiglia situati sul Lungomare Paolo Toscanelli.

Anche qui lo scenario di un preoccupante accorciamento dell’arenile ha sollevato, fuor di metafora, la preoccupata reazione dei frequentatori di quella zona del Lido di Roma che hanno immortalato la sottile linea di sabbia rimasta dopo la mareggiata tra la risacca e le pareti della sala ristorante affacciata sul mare.

In questi ultimi due casi il problema è diverso da quello che colpisce la zona sud perché il fenomeno è reversibile ed è provocato dal fatto che la scogliera posizionata praticamente a sfioro sotto mareggiata provoca un rialzo di marea dovuto al fatto che l’acqua che entra all’interno dello specchio protetto è molta di più di quella che ne esce.

Si può pertanto tirare almeno un piccolo sospiro di sollievo, anche se si tratterà di un sospiro destinato a spegnersi quando sul lido torneranno ad affacciarsi nubi cariche di pioggia e venti capaci di creare tempesta.

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