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Roma, smantellata centrale del crimine nel phishing dei conti bancari su Internet e altri illeciti (VIDEO)

Centrale del crimine specializzata nei reati informatici ma anche nella droga e nello sfruttamento dell’immigrazione clandestina sgominata dai carabinieri

Undici arresti effettuati questa mattina all’alba di giovedì 5 settembre dai carabinieri della compagnia di Roma Cassia, hanno permesso di smantellare una centrale del crimine specializzata nelle truffe bancarie su Internet, ma anche nello spaccio di droga e nella ricettazione di opere d’arte alcune delle quali trafugate addirittura all’inizio degli anni Novanta.

Centrale del crimine specializzata nei reati informatici ma anche nella droga e nello sfruttamento dell’immigrazione clandestina sgominata dai carabinieri

I militari dell’Arma sono entrati in azione contemporaneamente ai colleghi di Napoli e, con il supporto del Nucleo cinofili di Santa Maria di Galeria oltre che degli elicotteri di stanza all’aeroporto dell’Urbe. Obbiettivo dell’operazione era l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di varie persone dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica.

Gli arresti sono l’ultimo anello di una catena investigativa partita tra il mese di giugno del 2020, in piena epoca Covid, e l’agosto dell’anno successivo sulla base del contenuto di alcuni cellulari oggetto di sequestro, ma anche controlli, pedinamenti e intercettazioni telefoniche. I dati raccolti sono stati poi incrociati con l’analisi di alcuni conti correnti bancari e hanno permesso di individuare l’esistenza di una rete di truffe realizzate in Rete creando false pagine web di istituti bancari tramite cui venivano “pescate”, appunto con il metodo del “phishing”, le informazioni riservate indispensabili per mettere a segno i propri colpi via Internet.

Le indagini hanno permesso di risalire ai di trasferimento dei proventi delle frodi che venivano sottratti attraverso il supporto di conti correnti o carte prepagate, intestate anche a prestanomi e a una fantomatica società romana legalmente costituita per coprire la provenienza illecita delle somme sottratte.

Attività illecite che hanno permesso all’organizzazione di appropriarsi indebitamente di una cifra pari a circa 100mila euro.

Ma il sodalizio criminale spaziava anche nel settore della ricettazione di opere d’arte, alcune delle quali scomparse da decenni e finalmente ritrovate, come alcuni libri e volumi d’interesse storico e artistico editi tra il 1700 e il 1800 e trafugati da una biblioteca del napoletano nel 1992 oltre che da una collezione privata in provincia di Novara nel 2000.

Tra i reati commessi lo sfruttamento dell’immigrazione clandestina

Ma l’organizzazione, che operava tra la capitale e il capoluogo partenopeo era specializzata anche nella falsificazione dei documenti forniti a soggetti extra comunitari (17 afghani, 30 bangladesi, 2 pakistani e 1 indiano) per garantirne l’ingresso e la permanenza abusivi in altri Stati dell’Unione Europea.

Nell’elenco delle attività gestite dall’organizzazione e smantellate dall’operazione messa a segno dai militari dell’Arma, figura anche il traffico illecito di sostanze stupefacenti (hashish, marijuana e cocaina), il cui pagamento, in caso di ritardo, veniva estorto con violenza, oppure ricorrendo alle minacce e, addirittura, ai sequestri di persona.

In merito agli undici arresti eseguiti oggi alle prime luci del giorno, due persone sono state trasferite in carcere, mentre le altre nove sono state sottoposte alla misura degli arresti domiciliari con l’obbligo di portare il braccialetto elettronico.

Tutte sono gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, alla ricettazione e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, nonché all’estorsione di somme di denaro e, per alcuni degli indagati, anche di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope.

Nel corso dell’indagine, altre sette persone erano state arrestate in flagranza di reato, per possesso di documenti di identificazione falsi e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, nonché sei arrestate per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in alcuni casi tratti in arresto in Croazia e in Slovenia sulla base di un mandato internazionale.

E’ opportuno ricordare che qualsiasi persona denunciata, fermata, arrestata, oppure indagata e rinviata a giudizio nel corso di ogni stato e grado del processo penale deve essere considerata innocente fino alla pronuncia di una sentenza di condanna definitiva nei propri confronti.