Inconsistente la minaccia di smontare e spostare in Spagna il trampolino del Kursaal. E non solo perché è quasi trenta anni fa è stato pagato dalla Regione Lazio
Il trampolino del Kursaal, icona del boom economico di Ostia ed espressione dell’architettura di qualità vista mare, resterà a Ostia. E non solo perché la Regione Lazio quasi trenta anni fa ne pagò la ricostruzione ma perché l’ex concessionario non ha più alcun diritto sui beni rimovibili presenti su quella spiaggia.
La notizia (o forse la provocazione), lanciata da Emiliano Piccioni l’ex concessionario dello stabilimento disegnato da Attilio Lapadula (Ministero della Sanità, sede Enel, sede Imi ecc) e costruito dall’impresa di Pierluigi Nervi (aeroporto Fiumicino, stadio Flaminio, Palasport, viadotto corso Francia, Aula Udienze in Vaticano ecc), ha scatenato in Regione Lazio un’analisi della sua fattibilità. Si è scoperto, così, che la reale proprietà del trampolino circolare con inserita la K di Kursaal, rifatto in legno lamellare diversamente dall’originario che era in cemento armato, è della Regione Lazio.
Nel 1997, quando la società “Kursaal” di Vittorio Balini (il mediatore di prodotti cinematografici che fece la fortuna di Berlusconi vendendogli le serie Dallas e Dinasty) ristrutturò lo stabilimento balneare, ottenne un contributo straordinario a fondo perduto di 500 milioni di lire destinato al restauro delle due opere più iconiche di quella struttura: il ristorante e il trampolino. A curare ogni aspetto tecnico intervenne l’ingegner Renato Papagni, al quale si deve la scelta dell’impiego di legno lamellare, molto più resistente del cemento armato rispetto all’azione corrosiva del salmastro.
La Regione Lazio per quel contributo, pretese giustamente la consegna delle fatture a saldo del contributo straordinario che oggi ne testimoniano la proprietà.
C’è, poi, un’altra questione affrontata in Regione Lazio. La decadenza della concessione demaniale marittima decretata dal Comune di Roma, ha di fatto privato il vecchio concessionario di ogni diritto sui beni rimovibili presenti al Kursaal. Così come per lui non c’è l’obbligo di rimuovere le macerie causate dal crollo delle cabine sulla spiaggia, viene meno ogni diritto sull’esistente. Tanto più che, stando alle carte del Campidoglio, Piccioni ha un debito verso il Demanio dello Stato per non aver corrisposto parte dei canoni di concessione. Per avere diritto ai beni rimovibili presenti nel Kursaal, l’ex concessionario avrebbe dovuto prima saldare il contenzioso demaniale poi aver notificato nei termini un atto nel quale si riservava di esercitare quel diritto.