Nonostante il prezzo per una tazzina di caffè al bar sia salito vertiginosamente negli ultimi anni, un altro pesante rincaro rischia dare un'ulteriore mazzata ai clienti
Per gli amanti del caffè al bar potrebbe presto arrivare una stangata non da poco, dettata da vari fattori che potrebbero portare presto all’aumento di una singola tazzina a ben 2 euro in tutta Italia.
La news è stata data da Cristina Scocchia, amministratrice delegata di Illycaffè durante il Meeting di Rimini, nel corso del convegno “Il valore del lavoro”.
Di certo sarebbe un’ulteriore mazzata ai consumatori di caffè e ai gestori dei bar, per un ennesimo rincaro al prezzo, dopo che una tazzina di caffè è già aumentata del 15% nell’ultimo triennio.
Ma se per altre nazioni questi aumenti non rappresentano anche un fattore culturale, ma solo e meramente economico (per quanto importante) se avvenisse l’aumento a 2 euro, si verrebbe a mettere a repentaglio un momento chiave della cultura del Belpaese.
Difatti, “il caffè al bar” è anche un momento fondante della socialità in Italia, un momento di condivisione, una scusa per rivedere al bar persone che non si vedeva da tempo, oppure una scusa per dare il via a incontri di ogni tipo e appuntamenti di lavoro.
Nel dettaglio, questo aumento progressivo a 2 euro è dettato da vari fattori.
Cristina Scocchia, Amministratore Delegato di Illycaffè, durante la convention a Rimini ha spiegato che il prezzo del caffè verde è arrivato a costare fino a 245 centesimi per libbra, per un rincaro del 66% rispetto all’anno scorso e oltre il doppio rispetto allo stesso periodo del 2022.
Una vera enormità, e già ora in diversi bar italiani, si viaggia tra 1 euro e 20 e 1.50 di media, trascurando le zone ancora più turistiche delle grandi città, e nei prossimi mesi, dunque, sarà quasi fisiologico, purtroppo, toccare in vari bar i 2 euro.
Un impatto forte lo ha avuto il cambiamento climatico che ha portato al cambio obbligato del metodo di coltivazione di una pianta, quella del caffé, già di suo molto sensibile a umidità e cambi di clima o aumento delle piogge.
Questo stravolgimento climatico oltretutto ha colpito in massima parte, nel mondo, i massimi produttori di caffè a livello globale, come Brasile, Vietnam, Etiopia e Colombia, con un calo drastico delle aree coltivabili, con la maggior parte di queste zone che non potranno essere più adatte a coltivare caffè entro il 2050, non certo dietro l’angolo ma in un periodo tutto sommato breve.
Altro motivo che ha fatto e farà aumentare drasticamente i costi di tutta la filiera produttiva del caffé è quello legato alla problematica che affligge il Canale di Suez, dato che gli assalti dei ribelli Houti hanno causato rallentamenti forzati alla navigazione delle imbarcazioni, limitando i trasporti e le importazioni di caffé in un punto cruciale per il passaggio di merci tra Asia ed Europa.