In mare tavole chiodate e cabine trascinate dalla corrente: scatta la segnalazione alla Capitaneria di porto
Tuffi in acqua sì, ma con la massima attenzione. Da questa mattina il tratto di mare di fronte alla Spiaggia bianca di Ostia restituisce detriti. Non i soliti abbandonati da bagnanti incivili – bottiglie, plastiche, mozziconi di sigarette – ma enormi tavole chiodate. E non solo.
Il mare leggermente mosso ha sospinto le tavole chiodate fino alla riva e mentre i bagnini si attivavano per recuperarle, a distanza è passata velocemente, trascinata dal mare, una cabina; galleggiava in acqua.
Tavole chiodate e cabine, ovviamente, in caso di trascinamento improvviso contro i bagnanti potrebbero essere molto pericolose. Ed è proprio per questo che è subito scattata la segnalazione agli uomini della Capitaneria di Porto.
La cabina come le lunghe tavole chiodate molto probabilmente sono frutto degli stabilimenti via via smantellati dall’erosione. E’ per questo che in caso di ulteriori avvistamenti gli assistenti ai bagnanti consigliano di effettuare subito una segnalazione alla Capitaneria di Porto.
Sempre in giornata altra triste sorpresa per i bagnanti, all’improvviso il mare ha smantellato una cabina a filo bagnasciuga dello stabilimento Miami. Una scena surreale.
La cabina sospesa in un attimo si è piegata ed è crollata suscitando il dispiacere o, all’opposto, l’indignazione dei bagnanti. “Troppo avanti le cabine, il mare si riprende tutto…“. Ma anche lo sconforto: “Il mare si sta mangiando la spiaggia e inghiottisce gli stabilimenti risucchiando in acqua quello che trova, capite cosa sta succedendo a Ostia?”
Dopo un accurato controllo nello stabilimento la Capitaneria di Porto ha disposto delle misure di interdizione in corrispondenza del Miami. Il primo: divieto di transitare e stazionare lungo la battigia dell’intero fronte mare dello stabilimento. Nel tratto di mare antistante, ad una distanza inferiore a metri 30 dalla costa, disposto il divieto di fare bagni, effettuare attività di immersione, navigare con natanti da spiaggia, tavole, windsurf o similari di qualsiasi natura e pescare.
Disposto anche il divieto di transito e la sosta a qualsiasi titolo ad una distanza inferiore di 15 metri “dalle cabine pericolanti particolarmente esposte sul versante di litorale in direzione del mare, coinvolto dal fenomeno erosivo”.
L’ultimo appello sui rischi dell’erosione e dei detriti è dei giorni scorsi. Per la Regione Lazio la situazione delle macerie causate dalle mareggiate invernali tra gli stabilimenti “Ibiscus” e “Sporting beach” di Ostia, richiede urgenti iniziative. I resti di quelle cabine non solo rappresentano un pericolo ma diventeranno anche un limite negli interventi anti-erosione programmati dall’amministrazione regionale.
E’ la sintesi della nota trasmessa dalla Direzione regionale Trasporti, Mobilità, Tutela del territorio, Demanio e Patrimonio – Area pianificazione e attuazione interventi a difesa della costa al Comune di Roma Capitale riguardo alla “Presenza di macerie e detriti di manufatti sul litorale di Ostia Levante”.
Il capogruppo di Fratelli d’Italia del X Municipio Giuseppe Conforzi insieme con la consigliere comunale Mariacristina Masi, dello stesso partito, avevano presentato un’interrogazione per denunciare “il grave stato di degrado che imperversa sugli arenili gestiti direttamente dal Comune di Roma Capitale e in alcuni spazi legati agli stabilimenti sequestrati per presunti abusi edilizi”.
In particolare, veniva segnalata la presenza, da diverso tempo, di “detriti di cabine e altre strutture sul bagnasciuga dello stabilimento Kursaal, con i pezzi che gradualmente stanno venendo inghiottiti dal mare e diventano molto pericolosi per i bagnanti della zona”. Va evidenziato che lo stabilimento balneare Kursaal non è più in concessione a privati per effetto della revoca stabilita dal Campidoglio, che ne è responsabile dal mese di maggio scorso.
Questo si traduce nell’obbligo da parte del Comune di Roma e del X Municipio di salvaguardare il proprio patrimonio e la responsabilità di mettere in sicurezza l’impianto.