Da parte dei medici del Sant’Eugenio, che stanno monitorando, momento per momento, le condizioni di salute dei quattro soccorritori gravemente ustionati nell’incendio di Torre Spaccata, non giungono purtroppo buone notizie dalla Sala Montalcini dell’Ospedale, dov’era questa mattina era stato organizzato un punto stampa dall’Asl Roma 2.
Per nessuno dei pazienti, due uomini ed una donna della protezione civile e un caposquadra dei Vigili del Fuoco ricoverati, è stato possibile sciogliere la prognosi. Purtroppo sono tutti ancora in pericolo di vita.
Per i quattro ricoverati dopo l’incendio non è ancora possibile sciogliere la prognosi: affronteranno complicate operazioni chirurgiche
E’ stato Giuseppe Spaltro, il direttore del centro grandi ustionati del Sant’Eugenio di Roma, a riferire poco l’attuale condizione dei quattro soccorritori che ieri sono rimasti gravemente ustionati nel devastante incendio a Torre Spaccata.
Tra i ricoverati tutti in prognosi riservata, è il caposquadra dei Vigile del Fuoco il più grave. “E’ l’unico non intubato – ha spiegato Spaltro -. Ma tutti sono ancora in pericolo di vita”.
Per la prossima settimana intanto, sono stati già organizzati gli interventi chirurgici che per tre dei quattro ricoverati, verranno effettuati per rimuovere la parte necrotica.
Poi a questi delicatissimi interventi, seguiranno quelli di copertura con gli innesti che arriveranno dai donatori del banco della pelle di Cesena.
Le condizioni caso per caso
Tre pazienti dei quattro ricoverati sono intubati e sedati per alleviare il dolore delle gravi ustioni provocate da fiamme ingovernabili, e tutti purtroppo, sono ancora in pericolo di vita per aver affrontato ieri, il fronte del fuoco che ha ridotto in cenere l’ampio terreno detto pratone, tra via Palmiro Togliatti e Torre Spaccata a Cinecittà.
I tre volontari della Protezione Civile sono ricoverati presso il Centro Grandi Ustioni dell’Ospedale Sant’Eugenio, mentre l’altro paziente, il caposquadra del Vigili del Fuoco, si trova in rianimazione.
E’ lui il paziente più grave, che a seguito del pericoloso intervento antincendio, ha riportato ustioni sul 54% del corpo. Ustioni molto estese anche sul corpo di uno dei volontari della Protezione Civile, che le presenta sul 31 % del corpo.
Grave anche la volontaria 38enne della Protezione civile, con ustioni che i medici hanno rilevato sul 19% del corpo. Meno estese, anche se le sue condizioni sono egualmente critiche, sono le ustioni sul terzo soccorritore volontario, che hanno coinvolto il 9% della sua pelle.
Per i tre volontari della Protezione Civile è stata necessaria l’intubazione al Pronto Soccorso, avendo subito durante l’incendio, una lesione delle via respiratorie. Un danno da inalazione confermato anche dagli esami effettuati alle vie aeree, che non ha invece subito il caposquadra dei Vigili del Fuoco.
I tre pazienti che dovranno subire interventi chirurgici di innesto della pelle da donatori, per l’ampia estensione delle ustioni e del tessuto necrotico da rimuovere, sono il Vigile del Fuoco e i due volontari della Protezione civile con la percentuale di ustioni più gravi.
I medici si riservano comunque di valutare la possibilità di sottoporre ad intervento anche il quarto paziente.
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