La tradizionale festa dei falò trasforma il litorale a nord di Roma in uno scenario di guerra esposto al rischio di incendi
I primi bagliori dei falò hanno iniziato a illuminare il litorale nella Riserva Naturale Statale di Macchiagrande, gestita da Wwf Italia tra l’abitato di Fregene e la località di Focene, subito dopo il tramonto.
Con il favore della notte i fuochi accesi incautamente sulla spiaggia da persone che volevano festeggiare il Ferragosto sono aumentati in modo esponenziale, in barba alle ordinanze di divieto di accensioni di qualsiasi tipo lungo le spiagge del litorale a nord di Roma e, a maggior ragione, in un’area sottoposta a protezione ambientale.
Le fiamme hanno continuato ad ardere lungo i tratti di spiaggia libera fino alle 6.00 di questa mattina, venerdì 16 agosto. Poi oltre ai tizzoni ardenti è emersa in tutto il suo orrore la lunga sequenza dei rifiuti abbandonati sull’arenile. Bottiglie di plastica, vaschette di alluminio, incartamenti vari.
Questo lo scenario di assoluta devastazione che si è prospettato agli occhi di chi voleva godersi una tranquilla passeggiata, magari con tanto di cane al seguito, e non solo ha dovuto scansare gli oggetti e gli scarti abbandonati ovunque, ma anche evitare di cadere all’interno delle buche profonde che vengono scavate per poter accendere i fuochi.
Nessuno è, tuttavia, intervenuto a impedire uno scempio durato diverse ore e anche suscettibile di esporre a grave rischio incendio l’oasi di Macchiagrande che, dal 1996 fa parte della riserva naturale statale del Litorale Romano, e ospita numerose specie di uccelli acquatici come il germano reale, il cormorano e l’alzavola oltre ad altre tante specie terrestri come l’istrice, il coniglio selvatico e numerose testuggini comuni.
E’ di assoluta evidenza il pericolo rappresentato dall’accensione dei falò in prossimità della Riserva, soprattutto se si considera il fatto che da diverse settimane l’innalzamento della temperatura atmosferica ha generato fuochi per autocombustione nei terreni pieni di sterpaglie e di erba secca che nessuno ha provveduto a tagliare in moltissime parti di Roma ma anche nel suo hinterland.