L’assalto infinito dei clochard che eleggono a domicilio le spiagge libere urbane di proprietà del comune
Le spiagge libere urbane di Ostia continuano a essere bersaglio di nuovi arrivi. Le tende dei senzatetto che le eleggono a proprio domicilio e che crescono come funghi nel disinteresse generale delle istituzioni.
L’ultima “infornata” di alloggi improvvisati, anche per via delle temperature elevate che stringono in una morsa bollente il litorale, riguarda la spiaggia libera Verde situata sul Lungomare Paolo Toscanelli tra gli stabilimenti “Anema e core” e “Village”.
Le inevitabili proteste dei residenti vanno a intercettare un tema di più ampia portata. Quello della liberalizzazione delle concessioni degli stabilimenti balneari che, giunte a scadenza, sono già state oggetto di manifestazioni simboliche da parte di associazioni di consumatori e di partiti politici che rivendicano il pieno diritto di tutti di occupare con i propri asciugamani e ombrelloni le spiagge attrezzate.
L’ultima iniziativa è stata organizzata dai Radicali sulla spiaggia dello Stabilimento Elmi del Lido di Roma sul Lungomare Paolo Toscanelli 107, in nome della direttiva europea “Bolkestein” sulla concorrenza nel settore dei servizi pubblici essenziali.
Di fronte agli asciugamani e agli ombrelloni piantati manu militari dal segretario del partito fondato da Marco Pannella, il ventenne di origini bolognesi, Matteo Hallisey e da alcuni esponenti che l’accompagnavano, era andato in diretta sui social un battibecco con Mauro Delicato. Un esponente civico di Ostia che si batte per contrastare il degrado delle spiagge libere urbane di Ponente, ma anche per l’accessibilità di quelle situate più a sud sulla costa di Ardea (leggi qui).
E invocando, ironicamente, proprio quella direttiva chi ha assistito agli ultimi arrivi dei clochard ha lanciato via web un appello a chiunque “voglia campeggiare per Ferragosto, anche se c’è il divieto alla spiaggia libera Verde c’è ancora posto tanto nessuno dice niente…così al largo gettano l’ancora i mega yacht e in spiaggia si assiste al degrado più totale”.
I continui richiami della Commissione di Bruxelles affinché l’Italia metta a gara e licenze d’esercizio degli stabilimenti, di fronte alla diffusione degli accampamenti abusivi vengono visti con sospetto per non dire irritazione da parte di chi si chiede se ci sia “ancora qualcuno che crede che liberalizzare le spiagge sia fattibile considerato l’inciviltà dei cittadini romani e stranieri che vengono ad Ostia?”
Le spiagge libere osserva qualcun altro sono delle discariche: “bottiglie a terra, scarti alimentari, contenitori di plastica… lo schifo più totale. L’unico modo per tenere pulite le nostre spiagge sono gli stabilimenti balneari, che piaccia o no”.
Ma intanto su Lido di Roma il generale degrado che avanza da tempo su diversi fronti ha fatto leva nei giorni scorsi anche sulla disperazione di una coppia di senza tetto che si erano accampati nella centralissima Anco Marzio (leggi qui).
Un segnale di forte debolezza, è un ossimoro, delle istituzioni locali che non sono in grado di fornire risposte certe o almeno chance di una diversa collocazione a persone in evidente stato di bisogno e che non dovrebbero essere abbandonate a se stesse bensì prese in carico dai servizi sociali.
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