La donna massacrata di botte, il compagno arrestato per maltrattamenti in famiglia
Massacrata di botte dal compagno, terrorizzata, tenta di inventare una bugia per evitare vendette: “Sono caduta nella doccia”.
Sono stati i vicini a dare l’allarme dopo aver sentire una donna urlare. Gli agenti della Polizia di Stato del commissariato Borgo, intervenuti assieme ai colleghi della sezione Volanti, a conclusione dell’intervento hanno proceduto all’arresto di un tunisino di 32 anni con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni gravi.
L’intervento in un appartamento, in zona Aurelio, a seguito di una segnalazione giunta al 112. “C’è una donna che grida aiuto. Sembra disperata… la stanno pestando di botte probabilmente“.
La donna, che presentava lividi ed ematomi sul viso e sul resto del corpo, ha riferito agli agenti di essere caduta accidentalmente nella doccia, versione confermata dal compagno presente nell’appartamento.
La vittima è stata, quindi, trasportata in ospedale in quanto è apparso, sin da subito, che la gravità delle lesioni riportate non era compatibili con l’incidente domestico appena riferito agli investigatori.
Infatti, una volta giunta in pronto soccorso, la stessa ha dichiarato che, in realtà, aveva subito un’aggressione da parte del compagno che l’aveva colpita con schiaffi e calci, a seguito di una lite avvenuta per futili motivi.
La donna ha inoltre riferito che, da tempo, è vittima di maltrattamenti da parte del compagno e di aver avuto paura di denunciarlo per le possibili ritorsioni.
Per i medici non guarirà prima di 42 giorni viste le fratture e le contusioni riportate. Per il compagno sono scattate le manette.
Non c’è stato scampo invece per la 76enne di Castelnuovo di Porto, Lucia Felici, strangolata nella prima mattinata di venerdì 9 agosto dal marito 83enne, Carmine Alfano. Anche in questo caso a dare l’allarme la vicina di casa che ha allertato più volte il 112. “La mia vicina grida aiuto“. E poi “non urla più“. Il marito ha ammesso di averla strangolata per cinque minuti, voleva essere certo che morisse.