Da Ostia in crociera al largo della Grecia: “Così ho visto salvare decine di migranti alla deriva” (VIDEO)

Il racconto di un salvataggio in alto mare visto dal tredicesimo piano di una nave da crociera

Immagini che di solito passano veloci sui titoli di testa dei tg e che, invece, diventano drammaticamente reali quando nulla farebbe pensare al fatto che una nave da crociera possa fermarsi ad aiutare una barca con decine di migranti stipati al suo interno. E’ accaduto a Giuliana Mosca, in vacanza con amici su una delle ammiraglie della Royal Caribbean International, la Odissey of the Seas.

Il racconto di un salvataggio in alto mare visto dal tredicesimo piano di una nave da crociera

Un’imbarcazione modernissima in servizio dal 2021, quasi 170mila tonnellate di peso per sedici piani di altezza, tredici dei quali occupati migliaia di passeggeri e 350 metri di lunghezza salpata dal porto di Civitavecchia e coinvolta, nella notte di lunedì 5 agosto, in una delicata operazione di salvataggio al largo della costa greca.

Erano circa le undici di sera quando il comandante ci ha avvisato che avremmo dovuto occuparci di un natante in difficoltà con persone a bordo. La nostra cabina si trova al tredicesimo piano e da lì, nel buio anche se il mare era calmo, abbiamo intravisto il profilo di una barca a vela con diverse persone chiaramente dei migranti. Ho percepito voci femminili -racconta a canaledieci.it Giuliana che vive a Ostia- ma la gran parte erano uomini che indossavano camice e pantaloni lunghi. Vestiti di certo non adatti a un viaggio di piacere. Le operazioni di soccorso sono durate circa un’ora. Le manovre sono state complicate, credo abbiano utilizzato una lancia di salvataggio e un altro piccolo rimorchiatore di soccorso. Tutti i passeggeri a bordo hanno assistito a quello che stava accadendo. Siamo circa 5mila, tra questi circa 150 italiani, il resto tutti turisti americani e spagnoli”.

Come ricostruito dalle autorità elleniche la richiesta di soccorso è partita dalla Guardia costiera greca dopo aver ricevuto una segnalazione di allarme proveniente da un cargo battente bandiera maltese che riferiva di una grande barca a vela in evidente stato di difficoltà, soprattutto perché sovraccarica ed evidentemente priva di qualcuno che fosse in grado di pilotarla, considerato che lo scafo non riusciva a uscire da una situazione di sostanziale stallo.

La posizione del natante era di 112 miglia nautiche a sud-ovest di Pylos all’interno delle acque territoriali di competenza della Grecia sul Mar Ionio. La Odysseys of the Seas era la più vicina all’imbarcazione e ha immediatamente cambiato la rotta che avrebbe dovuto portarla verso Santorini per soccorrere i migranti in difficoltà.

Cronistoria di una vicenda di solidarietà umana

Quando ti trovi in queste situazioni -prosegue Giuliana- capisci esattamente quali sono le condizioni in cui queste persone in cerca di aiuto e di una prospettiva di vita migliore si vengano a trovare. Lo capisci quando iniziano a gridare e ad applaudire chi è venuto a soccorrerle e gli ha permesso poi di essere rifocillate e di potersi riposare prima di essere sbarcate nel porto più vicino”.

L’ammiraglia della Royal Carribean International ha fatto rotta su Kelemata dove le autorità si sono attivate per poter accogliere i migranti. Una storia di solidarietà del mare che non sempre riesce a far breccia in un’opinione pubblica abituata a fare i conti con tragedie e annegamenti e con la disponibilità condizionata delle istituzioni dei Paesi affacciati sul mediterraneo, Italia in primis, da fattori ben diversi da quello strettamente umano.

Ma al di là dei luoghi comuni, tra cui quello che dividerebbe su opposte sponde la Grecia e la Turchia mal disposte, secondo la vulgata comune, a farsi carico del problema dei flussi migratori, almeno questa vicenda rende merito alla solidarietà che ha fatto da sfondo dall’inizio alla fine a questo ennesimo salvataggio.

Il cambio di rotta ha ovviamente provocato un ritardo sulla nostra tabella di marcia e nel nostro itinerario. Abbiamo dovuto saltare Mykonos anche se poi abbiamo raggiunto Efeso sulla costa turca e adesso ci apprestiamo a fare tappa a Napoli prima che il nostro viaggio si concluda domenica prossima a Civitavecchia. Ma nessuno dei crocieristi -conclude Giuliana- si è lamentato per questo e anzi, ha fatto un certo effetto vedere quella barca a vela di legno in fondo bella essere abbandonata alla deriva una volta che tutti i suoi occupanti erano stati tratti in salvo”.