Tanta passione e materia prima di qualità per una più moderna concezione dei pattini che popolano le nostre spiagge
La passione per la marineria è una delle tante che hanno ispirato il maestro d’ascia Oscar Carmosini nella costruzione di pattini da salvataggio altrimenti denominati, nel gergo dei barcaioli con il termine di “mosconi”.
Così alla perizia e all’abilità delle sue mani Oscar ha aggiunto anche una buona dose di inventiva per dare a questo conosciutissimo mezzo navale di piccole dimensioni una linea più moderna. I due galleggianti di colore bianco assumono uno slancio particolare in una prua di più moderna concezione e sono uniti da una piattaforma su cui svetta un seggio lino in quercia.
Ma il tocco di classe è nei due remi finemente lavorati e levigati con tanto olio di gomito: “remi autentici -ci tiene a sottolineare- come si facevano una volta rigorosamente in legno e con una pala ampia per imprimere una spinta più decisa allo scafo”. Parola di un esperto che sta, tra l’altro, da tempo ricostruendo un prototipo della Liburna, un’antica nave romana da guerra in scala reale.
Il pattino, altrimenti denominato “moscone”, è un natante da diporto costituito da due galleggianti detti anche barchette, gavoni, gondole o siluri galleggianti e dotati di boccole di ispezione che vengono uniti tra di loro da alcune assi trasversali su cui vengono installati i sedili. Le sue funzioni principali sono il divertimento in mare ma soprattutto le funzioni operative che questi mezzi di navigazione assumono quando vengono utilizzati dai marinai di salvataggio.
Non a caso l’imbarcazione deve essere armata e pronta sulla spiaggia ancora prima dell’inizio dell’orario in cui si attiva la vigilanza del tratto di arenile da parte degli addetti. I due remi devono essere montati e fissati sui bracci di sostegno che vengono chiamati “scalmi” e il pattino deve essere dotato di specifiche attrezzature.
A bordo dell’imbarcazione, infatti, deve sempre trovare posto un salvagente regolamentare di colore arancione e una sagola galleggiante di lunghezza non inferiore a 25 metri.
Pronto all’uso deve essere anche il cosiddetto “mezzomarinaro” che consiste in un’asta alla cui sommità deve essere installato un gancio utilizzabile per allungarlo verso la persona bisognosa di soccorso o per recuperare oggetti e rifiuti che dovessero galleggiare di fronte allo specchio di mare presidiato.
Il regolamento della Guardia costiera prevede poi che il pattino debba essere posizionato sulla battigia con la prua orientata perpendicolarmente al punto in cui le onde frangono sul litorale. In questo modo ci si garantisce, infatti che il pilota, al momento del bisogno possa già trovarsi in posizione frontale rispetto allo specchio d’acqua dove eventualmente effettuare operazioni di recupero ma deve essere alato sulla riva con la prua in direzione opposta quando si tratta di agevolare le attività di soccorso della persona recuperata.