La 19enne stuprata, le indagini continuano. "La ragazza è credibile", ma il giudice chiede un approfondimento dell'indagine
Sarà riascoltata la 19enne romana che ha denunciato di essere stata stuprata in un appartamento alla Borghesiana da due uomini – un albanese di 45 e un romeno di 24 – dopo la promessa di offrire un tetto per una notte per lei e una sua amica, 18enne. Lo ha chiesto il giudice che ha disposto la misura cautelare in carcere per i due stranieri fermati dalla Polizia di Stato. “Va accertato il ruolo di un terzo uomo”, suggerisce il giudice.
Le due amiche erano arrivate a Roma dalla provincia il giorno prima del doppio stupro della 19enne, consumato nella tarda serata di lunedì 29 luglio.
L’amica aveva appuntamento con ventenne romano e barista con cui teneva contatti in chat da un mese ed incontrato per la prima volta proprio quel giorno. Un ragazzo che aveva subito presentato loro l’albanese rincontrato da loro la sera, quando il nuovo amico romano le aveva avvisate che avrebbe dovuto lavorare la notte e non sarebbe stato in casa.
“La vittima – scrive il giudice – va sicuramente ascoltata dettagliatamente tanto più che nessuno ha esplicitato lo stato dei rapporti tra il nuovo amico, l’imputato albanese e l’imputato romeno“.
“Ne’ ha spiegato – aggiunge il giudice – perché non si siano recate alla casa del ventenne italiano, il quale ha riferito che la sua casa era a disposizione”, (pur essendo fuori per lavoro ndr).
“Allo stesso modo – riporta sempre il giudice nella misura cautelare – vi sono alcune discrepanze sui movimenti della giornata e nemmeno è dato capire cosa facessero di fatto le due giovani a Roma di fatto senza dimora. Va poi spiegato perché l’amica della vittima si sia sentita in dovere di registrare il racconto dell’amica sul telefono prima di abbandonare l’appartamento. Mentre assume pure rilievo l’indagine dello stato di capacità della ragazza”.
Che il giudice specifica, però, “credibile”. Allo stato del procedimento e nell’attuale fase el procedimento è credibile nella misura in cui la stessa presentava sintomi di disagio spiegabili con la violenza subita e perché la giovane riferiva essenzialmente l medesimo fatto sua alla amica che assisteva alla violenza del primo uomo, sia alla polizia che al pronto soccorso.
In ospedale la 19enne si era mostrata molto provata e scioccata per l’accaduto, sottolinea il giudice.
Ad abusare della 19enne, secondo la ricostruzione del pm Antonio Verdi, prima Adriatik, l’albanese, e poi Andrei, il ragazzo romeno che su richiesta dell’altro straniero si era offerto di ospitare le due giovani.
Per l’avvocato Mario Murano che assiste Andrei per cui sono stati subito disposti gli arresti domiciliari. “L’indagato ha mostrato collaborazione – ha spiegato il giudice – Solleciteremo la procura a svolgere anche altre accertamenti oltre quelli sollecitati dal giudice perché riteniamo che si intravvede uno scenario diverso”.