C’è un primo e orribile punto fermo sul caso della 19enne romana che ha denunciato di essere stata stuprata qualche giorno fa in un appartamento alla Borghesiana da due stranieri conosciuti poco prima. Il giudice ha escluso lo stupro di gruppo e inquadrato l’orrore in due singole violenze sessuali. Prima da parte di un albanese di 45 anni, Adriatik, e poi di un romeno di 24, Andrei. Stupro a turno.
Il primo è finito in carcere, per il secondo sono stati subito disposti gli arresti domiciliari. E proprio nella casa in cui sarebbe avvenuto il doppio stupro, almeno in attesa di approfondimenti dell’indagine come indicato dallo stesso giudice al fine di verificare la ricostruzione del caso.
A pesare sulle indagini la testimonianza dell’amica della 19enne. “L’ho visto mentre la tratteneva e violentava”, ha raccontato ai poliziotti della Questura di Roma riferendosi al “vecchio”, ossia al 45enne albanese brizzolato. La testimone chiave ha appena compiuto 18 anni e anche lei vive in provincia come la vittima.
A condurle passo passo verso l’orrore l’incontro casuale coi due aguzzini mentre, inesperte e giovanissime, sono a Roma – come dicono – per “trascorrere un week end”, ma anche per motivi di cuore.
La 18enne da circa un mese chatta con un barista romano, poco più grande di loro. Arrivano a Roma domenica. La prima notte dormono a casa di amici, non meglio specificati.
Il lunedì – è il 29 luglio – le due amiche incontrano per la prima volta il bel barista. Lui le porta a far colazione in un locale non lontano dalla sua abitazione, a Borghesiana. E lì si avvicina a loro l’albanese, Adriatik, un suo vecchio cliente dipinto un po’ come uno ‘scroccone’. Alle quattro del pomeriggio il barista lascia le due ragazze “perché deve fare una visita medica“.
Due ore dopo le due amiche gironzolano per strada da sole in cerca di una fontanella. E in quel momento rincontrano l’albanese, il “vecchio”, che da scroccone diventa gentile e offre loro due Coca Cole. Proprio mentre parlano con lui il barista avverte la 18enne che la notte dovrà lavorare e che quindi dovranno cercarsi un alloggio (a meno che non vogliano dormire in casa sua dove c’è il papà).
L’albanese carpisce il disagio delle ragazze e le invita a casa di un conoscente che passa in quel momento: entra così in scena Andrei il ragazzo romeno dal ciuffo biondo.
Salgono a casa, al quinto piano e una volta in terrazza i due uomini bevono birre e Jack Daniels. Cercano di convincere anche le due ragazze a bere, ma loro impaurite si limitano ad assaggiare (così almeno riferiscono).
Sono in tensione visti i discorsi e le avance dei due. Ma non sanno dove andare, come scappare. Sperano che basti dire ‘no’ per evitare l’incubo peggiore.
La 18enne dopo un po’ verrà sospinta in una camera con la scusa di un film e violentata dall’albanese. L’amica non vedendola tornare in terrazza va a cercarla. “Ho visto mentre la violentava. L’ho detto all’altro ragazzo ma lui non è intervenuto, si è chiuso in bagno, e ha anche cercato di abbracciarmi“.
Poi c’è la seconda violenza. Il romeno con un altro stratagemma avrebbe fatto rientrare la ragazza per approfittarne anche lui.
Le ragazze capiscono che la loro unica possibilità è fuggire. Chiederanno aiuto in strada: sono da poco passate le 22. 30 di lunedì. Dei ragazzi si impietosiscono e avvertono il 112.
Il romeno verrà arrestato subito e messo ai domiciliari, l’albanese tenterà una inutile fuga. Ora è in carcere.
Per l’avvocato Mario Murano che assiste il 24enne romeno molti punti vanno ancora chiariti. “Sono diversi gli aspetti da approfondire – dichiara – come in parte indicato dallo stesso giudice che ha subito disposto gli arresti domiciliari per il mio assistito”.