La denuncia dei residenti che chiedono da tempo interventi d’urgenza da parte di Acea Ato2 per eliminare la perdita d'acqua
Una perdita d’acqua che va avanti da un mese a questa parte nell’inerzia di Acea Ato2, nonostante le molteplici segnalazioni fatte anche via pec da una decina di condomini delle villette quadrifamiliari situate ai numeri civici 65 e 67 di via Giuseppe Genoese Zerbi, nel quartiere di Ostia Levante.
Le condutture della rete idrica hanno iniziato a cedere quando una ditta incaricata di posare cavi in fibra ottica per le linee telefoniche ha effettuato uno scavo che ha attraversato longitudinalmente tutta la strada. Risultato una delle benne deve aver urtato le tubature sotterranee che hanno iniziato a zampillare acqua, tanto che sul posto sono intervenuti anche due tecnici dotati di palmari che hanno effettuato un rilievo e alcune riprese video.
Da quel momento in poi la ditta che installava la fibra ha rapidamente ricoperto la buca, mentre la tubatura continuava a far filtrare l’acqua come tanti altri punti di una rete idrica da tempo in crisi a livello regionale, e questo a dispetto dei continui lavori di manutenzione straordinaria effettuati da Acea in moltissime località, incluso il Lido di Roma proprio nelle ultime ore (leggi qui).
Ma la situazione in cui versa un tratto di via Giuseppe Genoese Zerbi è ingente e peggiora di giorno in giorno nel silenzio della municipalizzata di Roma Capitale che è stata bersagliata di telefonate e segnalazioni, anche formali, dai condomini che vivono all’interno delle abitazioni minacciate dalla perdita.
Il rischio concreto è che l’acqua produca nel terreno fratture suscettibili di aprire delle voragini sull’asfalto e che continui a guadagnare spazio fino a penetrare nei seminterrati delle case allagando tinelli e sale hobby. Tutto ciò senza considerare il danno ambientale provocato dalla dispersione di acqua potabile, oltre che dalla formazione di un allagamento ormai maleodorante diventato ricovero per nugoli di zanzare perché il tombino che, sino a ora, aveva assorbito l’eccedenza evitando l’accumulo è intasato e il fiume fetido prosegue la sua corsa in discesa verso l’incrocio con via dei Promontori.
“Si sta formando una melma pericolosa per chi deve attraversare il marciapiedi e in particolare per chi ha delle disabilità ma non riusciamo a farci ascoltare da nessuno -protesta una delle inquiline- anche il nostro amministratore di condominio si è attivato invano. Ma non si può dire che siamo persone abituate soltanto a lamentarci visto che per liberare quel tombino dai rifiuti ci autotassiamo tutti gli anni in modo da evitare che con l’arrivo delle piogge la strada si trasformi in un torrente. Alla fine ci siamo rivolti anche ai vigili del fuoco che hanno detto di non poter intervenire ma in assenza di risposte saremo costretti a presentare un esposto formale perché non intendiamo assumerci alcuna responsabilità nel caso in cui la perdita dovesse, alla fine, provocare danni strutturali”.
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