Per fronteggiare il rogo vigili del fuoco al lavoro tutta la notte: all'alba i rinforzi con un elicottero
Roma brucia ancora e a preoccupare oggi è il fronte del rogo a Monte Mario, sprigionatosi ieri, 31 luglio, molto probabilmente da una delle piccole baraccopoli a ridosso del tribunale penale più volte smantellate e subito riallestite.
Il sindaco Roberto Gualtieri, che intorno alle 18 di ieri ha incontrato i cittadini di via Teulada ha avanzato la sua ipotesi. “L’incendio sarebbe stato originato da un pasto cucinato in un accampamento abusivo sulle pendici della collina di Monte Mario”.
Ma non è esclusa neanche l’ipotesi del dolo considerato che il rogo avrebbe interessato più aree di Monte Mario, distanti tra loro.
La procura di Roma, intanto, ha aperto un’inchiesta sul rogo. A coordinare il fascicolo sono il procuratore capo Francesco Lo Voi e il procuratore aggiunto Giovanni Conzo.
Già ieri la procura ha effettuato un sopralluogo dove si sono sviluppate le fiamme, che hanno portato a evacuare in via precauzionale i residenti di sei palazzine.
Considerata l’ampiezza della zona interessata dal rogo e la velocità di diffusione delle fiamme al momento, a quanto si apprende, non essendo ancora chiare le cause non è escluso il dolo.
Ma per formulare un’ipotesi precisa i pm di piazzale Clodio attendono una prima informativa dei vigili del fuoco e delle forze di polizia.
Le operazioni di spegnimento e bonifica dell’area di Monte Mario ed in particolare di villa Mazzanti dove hanno lavorato incessantemente sette squadre dei vigili del fuoco sono proseguite per tutta la notte.
Alle prime luci dell’alba si è portato sull’area anche l’elicottero della Regione Lazio con a bordo un funzionario dei vigili del fuoco per una prima ricognizione e per i successivi lanci.
L’attenzione sul rogo di Monte Mario è massima, si teme che le fiamme riprendano vigore spinte dal vento. Per questo i vigili del fuoco stanno usando droni e termocamere per sorvolare l’intera collina in modo da scoprire se ci sono punti di calore.
Sul posto anche gli agenti del I gruppo Prati della polizia locale che mantengono l’ordine sulla mobilità stradale. Restano chiuse viale dei Cavalieri di Vittorio Veneto e Viale Falcone e Borsellino, in entrambi i sensi di marcia, via Romeo Romei, via Faravelli, via Varisco, via Bausan.
Intanto il Campidoglio ha disposto dei divieti dopo l’incendio del 28 luglio di Ponte Mammolo che ha sprigionato diossine come reso noto dall’Arpa.
L’ultimo fronte di incendio si è aperto ieri, a Ponte di Nona dove un rogo ha lambito il centro commerciale.
Sul grave incendio che ha interessato la zona di Monte Mario a Roma il Codacons presenterà un esposto in Procura chiedendo di accertare l’operato dei Vigili del fuoco e degli enti pubblici competenti.
“Già dalle 3 di questa mattina (31 luglio), secondo alcuni residenti che hanno contattato l’associazione, si sarebbe verificato un primo focolaio in via Romeo Romei, che avrebbe visto l’intervento dei Vigili del fuoco per domare le fiamme”, spiega il Codacons all’Adnkronos.
“Circostanza che getta ombre inquietanti considerato che il maxi-rogo che da questo pomeriggio sta devastando l’area sarebbe partito proprio dalla stessa strada”. Ma c’è di più.
Nell’ultimo periodo, rivela l’Associazione dei consumatori, “cittadini e comitati di quartiere avrebbero più volte segnalato agli organi competenti la presenza di sterpaglie, rifiuti e materiali infiammabili nella zona del parco di Monte Mario, da tempo teatro di bivacchi e accampamenti improvvisati, senza tuttavia ottenere alcun intervento per la messa in sicurezza dell’area”.
Una “tragedia annunciata di cui ora dovranno rispondere dinanzi la magistratura il Comune di Roma e tutti gli enti che, pur potendo intervenire per evitare l’incendio, non si sono attivati come richiesto da tempo dai residenti”, conclude il Codacons.
“L’incendio divampato a Monte Mario ha ancora esiti incerti e la conta dei danni deve essere ancora fatta, tuttavia è rappresentativo della gravissima crisi, prima di tutto climatica, con un’ondata di calore persistente e priva di precipitazioni, ma una crisi anche in termine di risorse economiche che devono essere dirottate sull’adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici“, denuncia Legambiente Lazio.
“Il rogo di Monte Mario ci colpisce come associazione e come cittadini, la riserva infatti è stato al centro da sempre di importanti campagne di educazione ambientale fin dalla nascita di Legambiente Lazio” dichiara Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio.
“Tuttavia – prosegue – non è più grave di altri che si sono verificati in città mettendo a rischio la biodiversità e la salute dei cittadini.
Ogni ettaro di bosco urbano bruciato è infatti una sconfitta, ma un incendio in un punto così evidente della città deve farci riflettere sulla necessità urgente di stanziare nuovi fondi per l’antincendio e per la gestione del verde urbano”.
“La situazione è circoscritta e il peggio è passato – ha detto ieri il sindaco – Rispetto alle cause, e chiaramente ci saranno le inchieste, da una valutazione preliminare è possibile che l’incendio sia partito colposamente da un accampamento all’interno del parco” nella zona di via Romeo Romei “in cui è probabile che durante la preparazione di un pasto, quindi con il fuoco, l’incendio sia scoppiato e poi il vento lo abbia fatto rapidamente diffondere“.
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