Tivoli, estorceva denaro appiccando fiamme alle auto in sosta: piromane smascherato dai carabinieri (VIDEO)

Individuato e tratto in arresto il responsabile di una serie di misteriosi incendi avvenuti ai danni di auto nella cittadina laziale

E’ stato arrestato al termine di una lunga indagine un geometra 70enne che, per estorcere danaro a una coppia di clienti, aveva dato alle fiamme le loro auto coinvolgendo anche le vetture di persone totalmente estranee.

Individuato e tratto in arresto il responsabile di una serie di misteriosi incendi avvenuti ai danni di auto nella cittadina laziale

Come ricostruito dai Carabinieri della Compagnia di Tivoli, il professionista, nel periodo compreso tra il mese di febbraio e quello di maggio di quest’anno, aveva appiccato tre incendi ai veicoli presenti nel parcheggio del Piazzale Gran Torino del comune laziale. A farne le spese i proprietari di 15 autovetture vittime di una catena di episodi che avevano, tra l’altro, causato forte allarme tra la popolazione locale.

L’area interessata dalle fiamme si trova infatti in una zona molto centrale della cittadina, accanto al campo sportivo Ripoli.

L’ultimo episodio che aveva spinto gli abitanti, ormai in preda a una vera e propria psicosi, a evitare di lasciare le auto in un luogo ad altissimo rischio era accaduto intorno a metà maggio.

In quell’occasione il piromane aveva messo a segno il terzo colpo sempre con il medesimo modus operandi.

Era entrato in azione di notte nella zona nord di Tivoli nel cuore del quartiere Empolitano, aveva appiccato il fuoco sempre nello stesso slargo e, senza lasciare tracce di inneschi, era svanito lasciandosi alle spalle un falò di auto in fiamme (leggi qui).

Ma i militari dell’Arma, anche grazie all’acquisizione di numerosi filmati delle telecamere di videosorveglianza sono riusciti a raccogliere gravi elementi indiziari a carico del geometra ma, soprattutto, a ricostruire il movente che faceva da filo conduttore agli incendi avvenuti tutti nello stesso luogo.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri l’indagato nel corso del 2023 si era occupato di una pratica per sanatoria edilizia di un appartamento di proprietà di due coniugi che abitano nelle vicinanze del piazzale Gran Torino dove venivano posteggiate le auto di famiglia.

Il rapporto professionale si era concluso in modo molto brusco a causa di alcuni dissidi sorti durante l’esecuzione dei lavori che erano stati saldati dai committenti ma con un importo che il geometra riteneva inferiore della metà rispetto a quanto inizialmente pattuito.

La svolta nelle indagini dei carabinieri

A fronte del rifiuto di pagare l’ulteriore cifra di danaro il professionista ha deciso di ricorrere a metodi ben più pesanti per indurre i due a versare anche il resto. Gli inquirenti hanno accertato che il 70enne si è recato per tre volte nel parcheggio dando fuoco ai veicoli di proprietà della coppia e, in un’occasione, incendiandone una appartenente a una persona completamente estranea ai fatti.

Le fiamme si erano estese anche ai veicoli vicini provocando danni di ampie proporzioni. La cosa più clamorosa è che, a ciascuno degli incendi causati con dolo dall’indagato, seguiva l’invio di email contenenti oltre a solleciti di pagamento anche minacce velate sfociate nel reato di tentata estorsione.

In seguito ad ogni incendio seguiva l’invio di mail di sollecito di pagamento, contenenti minacce velate, a conferma dell’intento di estorcere il denaro alla coppia.

Considerata la pericolosità del soggetto e il concreto rischio di reiterazione del reato ai danni dell’incolumità pubblica e della coppia di ex clienti, su richiesta della Procura della Repubblica di Tivoli il giudice per le indagini preliminari ha emesso un’ordinanza che ha portato agli arresti domiciliari del 70enne con obbligo di applicazione del braccialetto elettronico. Misura cautelare disposta in attesa della celebrazione del processo a carico dell’indagato che dovrà rispondere alle accuse di tentata estorsione e incendio.

E ‘opportuno ricordare che qualsiasi persona fermata, denunciata, indagata o rinviata a giudizio in ogni stato e grado del procedimento penale deve essere considerata innocente fino alla pronuncia di una sentenza di condanna definitiva suo carico.

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