Consiglio straordinario del Comune sul riscatto delle quote di Terme Acque Albule: ecco cosa prevede la sentenza del Tribunale di Roma
Domani martedì 30 luglio, con una convocazione straordinaria, si riunirà il consiglio comunale di Tivoli, che tra i vari argomenti all’ordine del giorno, discuterà il riscatto della quota azionaria in possesso della Sirio Hotel S.r.l del Capitale sociale di Acque Albule S.p.A.
Una questione che arriva sul tavolo del consiglio dopo una lunga querelle legale e a seguito di una sentenza del 2021 del Tribunale di Roma, XVI Sezione Civile.
Non saranno solo le linee programmatiche relative alle azioni ed ai progetti da realizzare nel corso del mandato, l’argomento clou della convocazione straordinaria del Consiglio comunale di Tivoli, indetta per domani mattina, martedì 30 luglio.
All’ordine del giorno infatti, torna a ripresentarsi come una matassa parzialmente sbrogliata, dopo 14 anni dalla prima azione legale, la questione delle Terme di Roma.
Una vicenda iniziata nel 2010, all’epoca della privatizzazione delle Terme, che riguarda la causa tra Acque Albule al Comune di Tivoli, dove il secondo era accusato dal primo soggetto azionario, di non aver rispettato gli accordi stabiliti dai Patti Parasociali.
La questione a tutti gli effetti non è ancora conclusa, visto che c’è ancora da attendere un possibile appello, se non addirittura delle transazioni tra pubblico e privato per far restare la situazione immutata.
Lo step importante però ora, è un altro, perché secondo la legge, proprio in virtù della sentenza in primo grado già emessa dal Tribunale di Roma, XVI Sezione Civile, nel 2021, il Comune di Tivoli è comunque obbligato a mettere da parte quei soldi, da restituire ad Acque Albule.
Un debito fuori bilancio, che (secondo l’ex art. 194 comma 1 lett. a del D.Lgs. 267/2000), dovrà avvenire senza variazione dello stesso. Denaro che il Comune di Tivoli, deve quindi stanziare nell’immediato, per poter accendere un mutuo e restituirlo al socio di minoranza nei tempi previsti dalla legge, e cioè un mese. Da qui alla scadenza però, molte cose potrebbero cambiare.