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Calci al pancione e minacce di morte dal compagno: gravidanza da incubo di una donna di Tivoli

Un inferno vissuto tra le pareti di casa dalla vittima, con il convivente che le gridava: "Ti ammazzo se ti metti con un altro"

Vive ancora nella paura, la donna di Tivoli liberata solo qualche giorno fa dall’incubo fatto di violenze domestiche fisiche e psicologiche, da parte del compagno 25enne, e commesse sulla donna fin dalle prime settimane di gravidanza.

Un inferno vissuto tra le pareti di casa dalla vittima, con il convivente che le gridava: “Ti ammazzo se ti metti con un altro”

L’avrebbe afferrata alla gola, presa a calci e pugni all’addome, strattonata fino a farle sbattere violentemente il pancione contro la lavastoviglie, per poi minacciarla di morte, se soltanto avesse provato a mettersi con un altro uomo.

Un non amore, fatto di possesso e continui tentativi di manipolazione psicologica, vissuti da una giovane donna di Tivoli, che aveva iniziato la relazione con un cubano, anche lui residente nella città tiburtina, senza sapere in cosa si sarebbe trasformato quel rapporto.

Tutto è iniziato quando la vittima, al culmine di una serie di violenze subite e con la paura di ulteriori ritorsioni, si era finalmente lasciata convincere da familiari e amici a rivolgersi al pool antiviolenza del Commissariato tiburtino, per denunciare quanto le stava accadendo e i comportamenti del suo compagno.

Ai poliziotti aveva raccontato l’inferno vissuto tra le pareti di casa con il convivente, e come l’uomo, si fosse pian piano trasformato in un orco, che fin dalle prime settimane di gestazione aveva commesso su di lei brutali violenze fisiche e psicologiche, spesso alterato dall’abuso di alcool.

Immediatamente sono partite le indagini disposte dalla Procura, svolte in gran parte dal Commissariato di Tivoli e dal personale di polizia giudiziaria interforze della Procura, specializzato nel contrasto alla violenza ai danni delle donne.

Sono stati loro ad accertare che quanto riferito dalla donna era accaduto in più occasioni, con strattonamenti e botte che potevano mettere seriamente in pericolo lei e il suo bambino.

Dalle indagini, è emerso che l’uomo aveva frequenti scatti d’ira, durante i quali distruggeva mobili e qualsiasi oggetto gli capitasse tra le mani, mentre colpevolizzava la compagna del fatto che tentava disperatamente di chiedere aiuto al numero di emergenza, urlandole contro: “Chiami le guardie per il padre di suo figlio!

Nell’ordinanza del GIP, si evince poi come violenze fisiche erano accompagnate da condotte controllanti e fortemente manipolatorie: “le diceva che l‘avrebbe fatta diventare pazza, le avrebbe tolto il bambino, e che se si fosse messa con un altro avrebbe ammazzato entrambi, perché il figlio non avrebbe mai dovuto vedere un altro uomo vicino a lei…”.

Nei confronti dell’uomo è stata quindi eseguita un’Ordinanza di misura cautelare con applicazione di braccialetto elettronico e divieto di avvicinamento emessa dal Gip del Tribunale di Tivoli.

Ora il 25enne di origini cubane, dovrà rispondere dei gravi indizi di maltrattamenti in famiglia nei confronti della propria compagna in stato di gravidanza.