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Ostia, alle secche di Tor Paterno fotografata la conchiglia del Tritone: una specie rarissima

Le Secche di Tor Paterno un luogo magico al vertice delle aree marine protette di tutta Italia

Il suo nome scientifico è complesso, come quello di tutte le specie viventi del resto, ma gli specialisti la chiamano anche “conchiglia del Tritone” per la sua somiglianza con quella che sormonta la fontana commissionata da papa Urbano VIII a Gian Lorenzo Bernini nel 1642 e da allora posizionata al centro di piazza Barberini.

Un’immagine catturata per caso a due anni dall’ultimo avvistamento della rarissima conchiglia

Averla ritrovata più o meno nello stesso posto dove era stata fotografata nel settembre del 2022 da Sabrina Macchioni, titolare del Blue Marlin Diving Center di Ostia, è stata una piacevole oltre che emozionante sorpresa. Anche perché la Charonia Lampas, un mollusco gasteropode marino appartenente alla famiglia delle Caroniidae, era ricercata sin dall’antichità. Frammenti del suo guscio sono stati rinvenuti addirittura in collane preistoriche risalenti al periodo del neolitico.

Una sorpresa a doppio effetto perché si tratta di un esemplare tipico del mar Mediterraneo, ma ritenuto a rischio di estinzione perché oggetto di una caccia spietata da parte dei subacquei.

L’avevo avvistata e immortalata due anni fa a circa 25 metri di profondità presso le Secche di Tor Paterno a sud del Lido di Romaracconta Sabrina- e al termine di un’immersione che avevo organizzato per oggi mi sono accorta che uno dei miei clienti, Andrea Migliuolo, senza esserne consapevole è riuscito a catturare un’altra volta la sua immagine”.

“Un segno tangibile dello stato di queste acque e della massiccia riproduzione di tante altre specie di pesci che sono aumentate in modo considerevole rispetto all’ultimo censimento risalente a più di dieci anni fa. Dalle aquile di mare, alle grandi cernie, senza omettere di citare e salpe il passaggio di palamiti, di ricciole di grossa taglia, polpi, murene e qualche giorno fa, in superficie, un esemplare di tartaruga caretta caretta”.

Ma la Charonia Lampas, per i suoi colori e per le dimensioni della sua conchiglia che supera i venti centimetri non ha alcunché da invidiare ai suoi parenti geograficamente lontani e caratteristici dei mari tropicali e delle loro bianche spiagge.

E le Secche di Tor Paterno, Gestite dall’Ente Regionale RomaNatura sotto l’egida del commissario Marco Visconti, sono ormai diventate un luogo privilegiato per gli avvistamenti di tanti altri esemplari.

Le Secche di Tor Paterno un luogo magico al vertice delle aree marine protette di tutta Italia

Nella stessa zona dove è avvenuto il ritrovamento della Charonia Lampas, il più bello dell’intera area protetta che è al secondo posto per numero di specie di fauna e flora tra le 28 riconosciute a livello nazionale dopo quella sarda dell’isola della Tavolara, si possono osservare anche altre meraviglie della natura. Per esempio le gorgonie rosse appartenenti al regno dei celenterati con i loro coralli iridescenti di morbida consistenza.

“Il rinvenimento della Charonia Lampas getta un fascino di mistero su un luogo che è ricco di sorprese -sottolinea Sabrina Macchioni- anche all’interno della tenuta presidenziale di Castel Porziano dove sono presenti i resti di Tor Paterno, una torre difensiva e di avvistamento dedicata al proprio genitore da Marcantonio in epoca antica. Poi durante le invasioni dei saraceni dal mare, le torri si sono moltiplicate e, tra Ostia e Anzio, ce n’erano 59 alcune delle quali ancora visitabili con le guide”.

Mi sono accorta dell’eccezionalità dello scatto solo quando ho visto quelli fatti da uno dei sub con l’armamentario di go pro e videocamere che si era portato appresso e a cui ho chiesto se si fosse reso conto della rarità in cui si era imbattuto. Ha ammesso che non ne aveva proprio idea. Ma sono troppo curiosa di tornarci per vedere se la ritrovo. E’ incredibile -conclude Sabrina- che dopo due anni sia ancora lì ed è possibile che non me ne sia accorta perché queste conchiglie si spostano e amano rifugiarsi all’interno di qualche grotticella per proteggersi dai predatori”.

Foto di Andrea Migliuolo