Roberta Bruzzone a Ostia: “Vi spiego perché Chico Forti è in carcere da innocente”

La criminologa Roberta Bruzzone sarà a Ostia per presentare il suo libro “State of Florida vs Chico Forti”

Quello di Enrico Forti, Chico per amici e parenti, trentino oggi 63enne, condannato 24 anni fa negli Usa all’ergastolo e da poco tradotto in Italia per scontare la pena residua, è un caso controverso che ha segnato non solo la vita dell’uomo e dei suoi conoscenti ma anche il rapporto di fiducia degli italiani verso la giustizia statunitense. E a ricostruire i lati oscuri del processo, le mancanze e persino le forzature investigative, è scesa in campo Roberta Bruzzone: la criminologa, che si è occupata come consulente tecnica del caso Forti fin dal 2012, verrà a Ostia per un incontro con i lettori.

La criminologa Roberta Bruzzone sarà a Ostia per presentare il suo libro “State of Florida vs Chico Forti”

State of Florida vs Chico Forti”, sottototitolo “Studio e analisi degli atti processuali”, è il libro che Roberta Bruzzone ha scritto e pubblicato con la casa editrice Mursia. E’ una dettagliata analisi della vicenda, affrontata con dovizia di particolari, attingendo agli atti investigativi presentati (e mancanti per oscuri motivi) nel fascicolo presso la Procura di Miami dove si è svolto il processo contro Chico Forti.

Il caso

Enrico Forti, campione internazionale di windsurf e, successivamente, vincitore di circa 100 milioni di lire nel quiz Telemike, si trasferisce a vivere in Florida dove sviluppa un’attività di produttore e presentatore televisivo di programmi su sport estremi ma anche di altri temi. Uno di questi prodotti, che secondo Bruzzone diventerà parte del suo problema con la giustizia statunitense, è il documentario “Il sorriso della Medusa” sull’assassinio di Gianni Versace e sulla scoperta del cadavere del presunto omicida Andrew Cunanan. Ripercorrendo, infatti, le tappe di quella tragica vicenda, grazie a un rapporto segreto e a un referto medico fornitogli dal detective Gary Schiaffo, Forti si convince che ci sia qualcosa che non quadra nella versione ufficiale, e ipotizza addirittura che non sia Cunanan l’assassino: forse alcuni elementi corrotti della polizia di Miami Beach hanno volutamente coperto i veri responsabili del delitto.

L’aver lasciato intendere aspetti torbidi legati all’uccisione di Gianni Versace, potrebbe aver innescato un clima di “vendetta” da parte degli organi di polizia rivelatosi fatale nella conduzione delle indagini che vedranno coinvolto Forti nella morte di Dale Pike. Questi è il figlio di un truffatore, Anthony, il quale ha avviato un’operazione per sottrarre a Chico Forti indebitamente una somma di 1,8 milioni di dollari per la vendita di un albergo di Ibiza del quale Anthony Pike però non è più proprietario e ne detiene solo il 5% delle azioni.

Nell’affare, in veste di mediatore, c’è anche un altro malvivente, il tedesco Thomas Knott, già condannato in Germania e riparato con documenti falsi in Florida.

Il 18 febbraio 1998 Dale Pike, dopo essersi incontrato con Chico Forti all’aeroporto di Miami, viene trovato morto con due colpi di pistola alla nuca. Vicino al suo corpo effetti personali tra i quali anche la scheda sim del cellulare dalla quale risulta che le ultime due chiamate sono state con Forti. Interrogato dagli investigatori, l’italiano nega in un primo momento di aver incontrato la vittima per poi, il giorno dopo, ammetterlo.

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Il processo

L’accusa durante il processo formula accuse infondate, non riesce a trovare il movente se non il fatto che Forti avrebbe agito per rivalsa come vittima della truffa. Per esempio, la Procura raggiunge un accordo con Thomas Knott affinchè testimoni contro Forti senza però indagarlo e, addirittura, secretando i termini di quell’accordo. I magistrati danno per buono l’alibi di Knott che nel giorno della morte di Dale Pike dice di aver organizzato un party nel suo minuscolo appartamento al quale hanno partecipato il suo avvocato con moglie e un’altra coppia con i quali Knott intrattiene interessi economici.

Ci troviamo di fronte a un clamoroso errore giudiziario, alimentato da manipolazioni deliberate, inganni di ogni sorta e ‘protezioni’ insospettabili” sostiene Roberta Bruzzone. “Nel caso – prosegue la criminologa – la più ferrea e naturale concatenazione ‘causa-effetto’ è stata stravolta, violata, ammansita, ripetutamente fino a negare l’evidenza e trasfigurarla definitivamente nel giorno in cui Chico Forti venne condannato all’ergastolo senza possibilità di libertà anticipata”.

L’appuntamento è per mercoledì 17 luglio, ore 18,30, presso lo stabilimento balneare “Le Dune” di lungomare Caio Duilio, 22, a Ostia. Modera il dibattito, il direttore di canaledieci.it Giulio Mancini. Ingresso libero e gratuito.