Scontri alla Sapienza: assolto il manifestante che aveva danneggiato l’auto della Polizia

API sull'assoluzione: "Viviamo in un mondo al contrario dove chi difende lo Stato e le sue istituzioni non viene difeso e tutelato"

Lo scorso 16 aprile all’Università La Sapienza di Roma, fu pesante il bilancio dei feriti tra studenti e forze dell’ordine, per gli scontri avvenuti durante la manifestazione pro-Palestina. Due furono gli arresti. Tra questi il manifestante 27enne libico Mohammed Albarq Ali Junmah, che danneggiò un’auto della Polizia di Stato, saltandoci sopra e incitando alla violenza.

Il giovane è stato assolto in queste ore con la reazione dell’API, Ass. Poliziotti Italiani, che non ha tardato ad arrivare: “Così passa il messaggio che aggredire i poliziotti non è un reato”.

API sull’assoluzione: “Viviamo in un mondo al contrario dove chi difende lo Stato e le sue istituzioni non viene difeso e tutelato”

Era salito su un’auto della Polizia di Stato incitando con un megafono alla violenza contro gli operanti, lo studente di economia libico che il pomeriggio del 16 aprile era intervenuto con violenza negli scontri pro-Palestina, saltando sul mezzi di servizio prima sotto al rettorato della Sapienza, e poi fuori dall’ateneo, di fronte a due commissariati.

Il 27enne è stato processato con l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Lo ha confermato l’A.P.I. in queste ore in una nota con cui esprime contrarietà  per la decisione legata agli episodi di vandalismo e violenza:

“Oltre ai danni, lo studente incitò alla violenza con frasi inaccettabili contro i servitori dello Stato. L’uomo era stato arrestato e denunciato, ma al processo, che si è concluso ieri, è arrivata l’assoluzione – ha spiegato Mario Tritto presidente dell’Associazione Poliziotti Italiani – Milano -. Restiamo attoniti e stupiti”

Durante gli scontri restarono feriti oltre venti agenti di Polizia di Stato: “Questa sentenza, lancia il pericoloso messaggio che aggredire i poliziotti non è un reato. Viviamo in un mondo al contrario dove chi difende lo Stato e le sue istituzioni non viene difeso e nemmeno tutelato durante lo svolgimento del suo servizio” – ha concluso Tritto.