“Scusi signora, è sola?”, per le truffe agli anziani di Roma 10 arresti

Alla banda contestata l'associazione a delinquere finalizzata a truffe rapine e estorsioni. Tutti in carcere

Una truffa ai danni di anziani

“Scusi signora, è sola”. Le truffe venivano servite con un copione anzi con una fotocopia da leggere al telefono alla vittime di turno. Bastava solo un po’ smussare l’accento napoletano. Mesi e mesi di raggiri, centinaia di ultraottantenni raggirati, e alla fine la retata. Sono dieci i truffatori arrestati all’alba dalla Polizia.

Alla banda contestata l’associazione a delinquere finalizzata a truffe rapine e estorsioni. Tutti in carcere

Truffe, rapine, estorsioni. Più modalità di reato per raggirare anziani e derubarli un po’ ovunque nella capitale. Eseguite all’alba dalla Polizia di Stato dieci ordinanze di arresto. A finire smascherata una banda a base ‘manageriale’ organizzata in responsabili, telefonisti e esattori. I telefonisti avevano un copione da leggere.

Ci sono voluti mesi per smascherare una nuova banda che con la tecnica ‘del finto nipote’ ha lasciato sotto choc e senza soldi decine di ultraottantenni perlopiù soli in diversi quartieri della Capitale riuscendo a racimolare decine e decine di migliaia di euro al mese.

La base operativa un quartiere di Napoli. Ad eseguire le misure cautelari in carcere disposte da piazzale Clodio gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Roma e del III Distretto Fidene-Serpentara col supporto dei colleghi napoletani.

I dieci arrestati, tutti finiti in carcere, dovranno rispondere all’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe, rapine ed estorsioni aggravate ai danni di anziani.

Recuperato un copione da recitare alle vittime di turno.

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Il copione dei truffatori

La tecnica usata quella del “finto nipote” o di parenti in difficoltà economica. Un soggetto effettuava la chiamata alla vittima ‘selezionata’ prospettando un imminente pericolo per il familiare, evitabile solo con il pagamento di una somma di denaro o con la consegna di preziosi. A quel punto, carpita la fiducia del malcapitato, si presentava sull’uscio di casa un complice, pronto a riscuotere quanto richiesto al telefono.  Gli indagati si spacciavano anche  per direttori di uffici postali, corrieri o amici dei congiunti ai quali consegnare denaro o gioielli.

Il ruolo degli associati

Gli agenti, nel corso delle indagini, hanno appurato che i membri dell’associazione, con base nel capoluogo partenopeo e, più precisamente nel quartiere Vasto-Arenaccia, avevano dei ruoli ben definiti, dai “promotori” ed “organizzatori” delle operazioni, ai “telefonisti”, incaricati di stabilire un contatto con le vittime, fino ad arrivare al ruolo di “esattore” che aveva il compito finale di recarsi presso le abitazioni degli anziani e riscuotere denaro o monili in oro.

Le trasferte da Napoli non riguardavano solo Roma ma anche a Lucca, Terni, Latina, Napoli, Avellino, Salerno e Lecce.

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Ad occuparsi delle indagini la Polizia di Stato