Dichiarata formalmente la morte del dipendente. La procura indaga per omicidio colposo
Non ce l’ha fatta Maurizio Di Pasquale, dipendente Atac nel deposito di Tor Vergata, caduto ieri mattina in una fossa utilizzata dai meccanici dell’azienda per riparare i bus. Di Pasquale che abitava a Guidonia Montecelio aveva compiuto il primo luglio 62 anni.
L’impiegato, addetto alla definizione dei turnazione dei conducenti dei mezzi pubblici, era stato subito soccorso da alcuni colleghi prima delle 7 del mattino e quindi trasferito in ospedale con un’ambulanza dell’Ares 118 per un trauma cranico.
Le sue condizioni erano apparse subito disperate. Dichiarata la sua morte cerebrale si erano subito susseguiti i messaggi di cordoglio, compresi quelli dei sindacati. Dopo oltre 24 ore di agonia i medici si sono dovuti arrendere e hanno dichiarato formalmente la sua morte.
I carabinieri della compagnia di Frascati hanno effettuato una serie di accertamenti nel deposito e ascoltato i responsabili del deposito e della relativa officina.
Sembra che il 62enne lavorasse in un box non lontano da quello dei responsabili tecnici dell’officina. Non è chiaro però perché all’alba e in prossimità del suo fine turno si trovasse là. Si ipotizza per consegnare della documentazione.
A ritrovarlo nella fossa, profonda un metro e sessanta centimetri e larga un metro, dei colleghi. Aveva battuto con violenza la testa ed era già in fin di vita.
La procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio colposo.
L’Atac subito dopo la tragedia ha diffuso una nota nella quale si legge che “l’azienda si è messa pienamente a disposizione degli organi investigativi per contribuire ad accertare la dinamica e le cause del gravissimo evento“.