Rai, quanta ipocrisia sul caso di Ferdy “Guru” Colloca

Esplode sull’onda dell’indignazione Fnsi e Usigrai il caso dell’assunzione di Ferdinando Colloca, considerato (a torto) vicino a Casapound

Ultima espressione del suo orientamento politico: 27 maggio 2013. Fu quando, candidato al Consiglio comunale di Roma nella lista di Casapound, Ferdinando mr Ferdy Guru Colloca, classe 1966, prese atto del suo fallimento politico con il magrissimo risultato di 224 preferenze e con nessun consigliere eletto in quel movimento. E mai avrebbe pensato Colloca che per quella sua lontana scelta, abbandonata da undici anni, oggi avrebbe pagato una vergognosa gogna mediatica.

Esplode sull’onda dell’indignazione Fnsi e Usigrai il caso dell’assunzione di Ferdinando Colloca, considerato (a torto) vicino a Casapound

Il caso è quello di un professionista di Ostia, di provata esperienza e creatività artistica, il disc jockey nonché body painter Ferdinando Colloca, assunto in Rai come programmista dopo aver superato una selezione attraverso un’agenzia di lavoro interinale. Colloca, insieme con altri candidati, per ottenere il contratto, nonostante collaborasse già da due anni con la Rai, ha dovuto superare la selezione e far valere le sue competenze. Quindi, nessuna chiamata diretta “per raccomandazione”.

Ciò nonostante il suo caso è finito in prima pagina sulle cronache di alcuni giornali. Per una vicenda, chiariamo subito, che lo ha visto assolto in tribunale. Il fatto, denunciato per primo da chi scrive attraverso le colonne de Il Messaggero, riguarda lo stabilimento balneare Orsa Maggiore Cral Poste: nel 2015 l’allora direttore amministrativo del XIII Municipio, Aldo Papalini, procede alla revoca del lido (aperto con cinque giorni di ritardo rispetto al calendario balneare) e lo affida alla società “Blue dream”. La società è di Ferdinando Colloca che rivendica il diritto alla concessione dell’Orsa Maggiore dopo averne di fatto curato la gestione per diverse stagioni precedenti. Però, la compagine societaria prima dell’assegnazione della spiaggia, cambia: vengono inseriti due soggetti, uno legato all’ambiente delle Capitanerie di Porto e l’altro al clan Spada.

E’ come se l’inserimento nella sua società Colloca l’abbia dovuto svolgere come conditio sine qua non per ottenere l’assegnazione. Esploso il caso sui giornali, dapprima la concessione viene revocata, poi la vicenda arriva nelle aule di giustizia. In primo grado Colloca e i suoi soci vengono condannati. In appello, al contrario, tutti assolti rispetto ai reati contestati ma non per il “danno d’immagine” lamentato da Comune di Roma e Regione Lazio per la vicenda. Esatto, proprio danno d’immagine: gli imputati non sono colpevoli di reati gravi come corruzione o falso ideologico, bensì di danno d’immagine. Un obbligo per certi versi paradossale quello di pagare, stante l’assoluzione, 3500 euro agli enti, sancito persino in Cassazione.

L’ipocrisia di rivendicare assunzioni “trasparenti”

Fin qui gli aspetti politici e giudiziari che, secondo il mainstream, gravano sulle spalle di Ferdinando Colloca. Fnsi e Usigrai riguardo alla sua assunzione parlano di “metodi della vecchia politica” e di metodi “inquietanti”. Ora, chi come me lavora nel campo giornalistico da quasi 50 anni, ricorda nell’ultimo mezzo secolo di vita dell’azienda uno, forse due, concorsi pubblici effettuati dalla Rai per l’assunzione di programmisti e giornalisti. I metodi prevalenti della selezione sono stati da sempre quelli del passaparola, per usare un eufemismo, e della nobiltà della famiglia (anche politica) di appartenenza. Non per tutti, ovvio. Conosco validissimi professionisti che hanno dovuto minacciare la vertenza lavorativa dopo dieci anni di contratti a rinnovo annuale per far valere il diritto a un posto di lavoro stabile in Rai.

D’altra parte, non si vuole mettere in discussione la professionalità che ha vinto sul peso di portare un cognome difficile ma negli organici Rai non sono mancati Berlinguer, Veltroni, Augias, Ingrao e altri nomi nobili della sinistra italiana. Ripeto, solo una volta chiamati in Rai è stato possibile per loro dimostrare le qualità professionali che li collocano al di sopra di ogni sospetto. Non mi pare, però, che per tutti loro l’arrivo in azienda sia coinciso con un concorso pubblico o con una selezione da parte di imprese specializzate.

Certo, sarebbe irriverente accostare Colloca al Pantheon della sinistra, però, lui una selezione l’ha affrontata. Ed è indiscusso che Mr Ferdy sia uno dei dj più noti e longevi sulla ribalta nazionale e che la sua creatività espressiva, presente fin dal 1984 nel body painting, siano se non altro compatibili con la destinazione che la Rai gli ha assegnato ovvero regista alla Direzione Intrattenimento Day Time.

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Ferdinando Colloca lavora in Rai già dal 2022

La nota di Casapound

Sulla vicenda Casapound ha emesso un comunicato che ribadisce quando appena sottolineato: “Non c’è nessun militante o iscritto di CasaPound che è stato assunto alla Rai e il caso creato sull’assunzione di Ferdinando Colloca è assolutamente ridicolo. Lo stesso, che tra l’altro è in Rai dal 2022 quindi non assunto durante il governo Meloni, si è candidato con il nostro movimento che ha lasciato poco tempo dopo, nel 2013, quindi ben 11 anni fa. Detto questo, qualcuno ci dovrebbe spiegare chi decide e secondo quale logica che un qualsiasi nostro iscritto non possa ricoprire incarichi in aziende pubbliche”.

Prima che con Casapound, Ferdinando Colloca nel 2008 si era candidato con il PDL e anche allora non era stato eletto consigliere comunale. Oggi è additato per quelle sue lontane scelte.