Omicidio di Cristiano Molè, arrestati il mandante e un esecutore

Fermati mandante ed esecutore dell'omicidio di Corviale: carabinieri e polizia recuperano anche un arsenale

La vittima, Cristiano Molè (fonte facebook)

Svolta nell’omicidio di Cristiano Molè, il 33enne ucciso a gennaio a Corviale con una raffica di colpi di pistola esplosi da un’auto. In carcere sono finiti il presunto mandante ed uno degli esecutori. I due sono accusati anche del tentato omicidio del 56enne Massimiliano Pacchiarotti, centrato a maggio, sempre a Corviale, da quattro colpi di pistola esplosi da un commando di tre uomini.

Fermati mandante ed esecutore dell’omicidio di Corviale: carabinieri e polizia recuperano anche un arsenale

Le manette sono scattate per Manuel Severa e Marco Casamatta, due quarantenni romani, noti nell’ambiente, e ritenuti rispettivamente mandante ed esecutori dei due agguati. Ad eseguire il decreto di fermo con la doppia accusa di omicidio e tentato omicidio richiesto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di piazzale Clodio i Carabinieri del Nucleo Investigativo di via In Selci e gli agenti della Squadra Mobile.

Severa e Casamatta, in base alla ricostruzione degli inquirenti, sarebbero responsabili sia dell’efferato omicidio di Cristiano Molè, avvenuto la sera dello scorso 15 gennaio e del tentato omicidio di Massimiliano Pacchiarotti, detto Er Patata, del 15 maggio, sempre a Corviale.

Al rintraccio dei due indagati, irreperibili da mesi, hanno partecipato i reparti speciali dei Nocs (nucleo operativo centrale di sicurezza) della Polizia di Stato e del Gis, il gruppo di intervento speciale dell’Arma dei Carabinieri.

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I rilievi a Corviale dopo l’omicidio di Molè

Nella serata di ieri il blitz che ha consentito di rintracciare al Trullo il presunto mandante e uno dei presunti esecutori materiali. Quest’ultimo era nascosto in un b&b situato nell’area ovest della Capitale armato di due pistole, una pistola semi automatica e un revolver, cariche e con il colpo in canna.

L’arsenale

Già nei giorni precedenti, nel corso delle indagini, la Squadra Mobile di Roma e i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma avevano effettuato delle perquisizioni all’interno di alcuni locali, riconducibili agli indagati, che hanno consentito di scoprire un vero e proprio arsenale a loro disposizione.

Sottoposte a sequestro una pistola Beretta modello Gardone, calibro 7,65, con matricola abrasa; una pistola Beretta modello 92x, calibro 9×21, con matricola abrasa; una pistola Tanfoglio Force, calibro 9×21, con matricola abrasa; un fucile a canne mozze, con matricola abrasa;  una mitraglietta Uzi, con matricola abrasa; un centinaio di cartucce calibro 9×21 ed ulteriori cartucce di altro calibro.

Sono in corso ulteriori accertamenti.