La sommossa scattata in uno dei rami del carcere è stata sedata con non poche difficoltà
Una rivolta dei detenuti ha messo questa mattina, giovedì 27 giugno il carcere romano di Regina Coeli dopo che un’ottantina di reclusi ha dato alle fiamme le proprie celle e ha danneggiato arredi e strutture interne in alcuni rami della struttura penitenziaria.
“Si tratta dell’ennesimo grave episodio di violenza che ormai è la quotidianità nei penitenziari italiani”, scrive in una nota Il Segretario generale di Fns Cisl Nazionale, Massimo Vespia.
La miccia che ha innescato i disordini risale a un episodio accaduto nella giornata di ieri, mercoledì 26 giugno, quando i secondini hanno deciso di effettuare una perquisizione nella quarta Sezione dell’impianto trovando alcuni oggetti vietati e persino armi rudimentali costruite con strumenti di fortuna, ma anche spranghe e cellulari.
Questa mattina per ritorsione la violenta protesta dei carcerati che hanno dato fuoco alle proprie celle e compiuto devastazioni di suppellettili e di altri oggetti nella loro disponibilità.
La sommossa è stata sedata progressivamente grazie all’intervento del Comandante di reparto e del presidente del Tribunale di Sorveglianza. La situazione ha quindi iniziato a ritornare alla normalità senza che si registrassero conseguenze sul piano fisico, né tra gli agenti penitenziari, né tra i rivoltosi.
Il sindacato di categoria preannuncia che quella che “si prospetta è una stagione estiva pesantissima perché il sovraffollamento dei detenuti aumenta giorno per giorno e le carenze nelle dotazioni del personale stanno toccando livelli difficilmente registrati in passato”.
La situazione presenta un grado di criticità notevole in particolare presso la struttura detentiva di via della Lungara dove gli agenti mancanti nella pianta organica sono 180 in meno rispetto a quelli previste dal Ministero. Su base regionale il deficit raggiunge le 920 unità, pari a quasi il 20 per cento dei posti non coperti in tutti i penitenziari d’Italia.
Secondo Fns Cisl Nazionale “servono ulteriori interventi da parte del Governo, perché quelli già messi in campo dallo scorso anno con punte di nuove assunzioni, finalmente , mai viste prima in questi numeri, sono insufficienti a gestire quella che ormai è una grave emergenza”.
“Quel che è avvenuto oggi nel carcere di Regina Coeli a Roma è semplicemente incredibile ed inaccettabile. Lo Stato non può più assistere passivamente al degrado ed alla violenze di una frangia di detenuti che pensa e crede di poter fare, nella detenzione, quel che vuole. Siamo alla frutta urgono interventi e contromisure per prevenire danni dei poliziotti che si sentono abbandonati dalle istituzioni”, invoca il segretario generale del Sindacato Autonomi di Polizia Penitenziaria, Donato Capece.