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Alessia Sbal, uccisa sul Gra: la telefonata inedita che inchioda il camionista

Alessia viene schiacciata dal camionista mentre telefona al 112: la morte in diretta

Schiacciata da un tir mentre chiede aiuto al 112. L’orrore in diretta. C’è la prova che Alessia Sbal, l’estetista 42enne di Ciampino, trascinata per sei metri da un tir sul Gra, il 4 dicembre scorso, sia stata centrata e uccisa mentre chiedeva aiuto al numero delle emergenze. La sua voce si spezza mentre viene travolta: Fermati, fermati, fermati mi sta venendo addosso…”.

Alessia viene schiacciata dal camionista mentre telefona al 112: la morte in diretta

Una telefonata inedita agghiacciante – rivelata ora da Canaledieci – che ripercorre i pochi attimi dalla vita alla morte di una donna, tamponata da un Tir sul raccordo, che si ferma per chiedere aiuto e che per tutta risposta viene investita frontalmente, a tre metri.

L’autista fuggito via è ora a processo per omicidio stradale e omissione di soccorso. La sentenza è prevista a giorni.

E’ il 4 dicembre del 2022. Alessia Sbal digita due volte il 112 per chiedere aiuto.

Le telefonate al 112 e poi l’orrore

Emergenza, pronto?”, risponde l’operatore alla prima chiamata. Alessia risponde: “Emergenza mi ha preso un Tir in pieno, venite subito….”, altre parole non sono chiare. “Sei ferita, sei ferita?”, chiedono dal 112. E lei: “Non sono ferita, ma lui sta qua…”. Anche il camionista è sceso dal mezzo ed è accanto a lei.

Allora calmati – riprende l’operatore – Fammi sapere dove stai. Dimmi la via. Mi dica la via signora, tolga il viva voce…Parli con noi..Pronto..”

Il secondo audio

Cade la linea. Alessia Sbal richiama. La seconda e ultima chiamata, che come si scoprirà poi, è una sorta di esecuzione in diretta.

Pronto, signora non deve agganciare però – dice l’operatore del 112 – Se chiede l’intervento deve parlare con noi. Vuole l’intervento sì o no? Signora, ce la fa a parlare al telefono da vicino e senza viva voce?”

Pronto, la signora mi ha passato il telefono…..Non so…Sto sul raccordo… la signora mi ha inchiodato davanti”, risponde l’autista del Tir a cui Alessia ha passato il telefono forse nel tentativo che si autodenunciasse per il tamponamento. Dal 112, c’è confusione nel sottofondo, ma la telefonata continua.

Alessia Sbal si riprende il telefono: “Il telefono è mio, ora gli do il numero di targa” del tir.

Dall’audio si sente distintamente Alessia dettare “Domodossola Torino zero, tre, doppia w….”. Su sollecito dell’operatore comincia a ripetere il numeri di targa ma si interrompe per riferire che il camionista si sta rimettendo alla guida: “Se ne sta andando dicendo che io gli ho inchiodato”.

Il tempo di pronunciare quella frase e succede l’impensabile: “Fermati, fermati, fermati mi sta venendo addosso…”.

Sono le sue ultime parole.

Signora, signora, signora….pronto”. “Signora…pronto…“. Non si sente più nulla. Alessia Sbal è già morta schiacciata sull’asfalto. Sono bastati quattro secondi.

Il camionista dopo averla centrata a tre metri di distanza, ne ha trascinato il corpo sotto le ruote per sei metri ed è fuggito via mentre degli automobilisti inorriditi lo rincorrevano.

Verrà arrestato giorni dopo. In aula ha spiegato che il suo uso di droghe era occasionale. Che non ha visto la donna. Che dalla cabina non poteva scorgerla (eppure fino a un secondo prima ce l’aveva al fianco). Ieri per la prima volta ha pronunciato la parola “scusa”, lo ha fatto davanti al giudice, senza mai guardare negli occhi la madre e la sorella di Alessia, due donne perennemente devastate dal dolore.