Ostia, omofobia: “Mio figlio minacciato con il coltello sul bus perché ha lo smalto alle unghie”

Un adolescente è stato offeso con epiteti omofobi e minacciato con un coltello da uno squilibrato dentro a un mezzo pubblico per lo smalto che portava alle unghie

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Immagine di repertorio.

Un mercoledì di terrore allo stato puro, quello vissuto quest’oggi, 5 giugno, da Damiano (nome di fantasia)  un ragazzino di 16 anni che pur essendo su un bus pieno di gente di ritorno da scuola, è stato offeso con insulti omofobi e aggredito da uno squilibrato armato di coltello, un uomo presente nel suo stesso mezzo pubblico.

Un adolescente è stato offeso con epiteti omofobi e minacciato con un coltello da uno squilibrato dentro a un mezzo pubblico per lo smalto che portava alle unghie

La madre di Damiano racconta in esclusiva a canaledieci.it come sono andate le cose: “Quest’oggi mio figlio si è trovato davanti a un mostro, un pazzo furioso: “Si tratta di un uomo grosso, adulto, rosso in viso, corporatura media, vestito con una camicia e dei pantaloni, aveva i capelli bianchi e due croci tatuate sotto agli occhi, e un’età sui 45-50 anni al massimo. Era già alticcio o drogato secondo me, ma era tanto su di giri e ha puntato dritto ai ragazzi, tra i quali mio figlio, che se lo sono visti salire sul bus  all’improvviso”.

Incurante del fatto che non ci fossero posti liberi, voleva comunque sedersi subito e appena entrato dentro al bus della linea 01 che stava andando verso la stazione di Lido Centro, ha dato in escandescenze contro alcuni minorenni.

In pochi secondi ha infatti “puntato” un gruppo di adolescenti – Damiano era tra loro – che non lo conoscevano e stavano serenamente chiacchierando tra di loro, appena usciti da scuola, intorno alle 14.20 di oggi.

La sua rabbia è parsa subito evidente, e nonostante il bus fosse pieno di persone, dato che era comunque ora di pranzo, ha iniziato a schiaffeggiare le gambe di uno dei ragazzi seduti.

Lo squilibrato gli faceva segno di spostarsi, che voleva sedersi.

Poi, voltandosi da un lato, ha guardato Damiano che era a pochi metri.

Guardandolo dritto negli occhi e notato lo smalto nero con le quali si era pitturato le unghie, il malvivente ha etichettato il ragazzino come “froxio”  e ha preso a minacciarlo con una sciabola lunga almeno 20 centimetri.

“Ehi, froxio, famme sedé, ma perché hai lo smalto nero alle mani? Allora sei davvero un froxio”.

Contemporaneamente rivolgeva la stessa domanda agli amici dell’adolescente, chiedendogli del loro amico e compagno di classe: “Ragà ma il vostro amico è davvero un froxio? Perché se mette lo smalto alle mani?”.

Il giovane aggredito, pietrificato, è rimasto in silenzio, mentre gli amici attorno a lui, un gruppetto di 2-3 suoi coetanei, tentava di difenderlo e nel contempo calmare lo squilibrato: “No, guarda, è un suo vezzo, non è una cosa strana, non è froxio, non c’entra niente, perché non può avere lo smalto un ragazzo?”.

Ma niente, per tutta risposta e senza essersi ancora seduto nel bus, l’uomo, un 40enne robusto che aveva capelli brizzolati e quelle due strane croci nere sotto alle palpebre, ha tirato fuori un coltello dai pantaloni: a quel punto tutti impietriti e l’aggressore ha iniziato il suo show.

Brandendo il coltello a pochi centimetri dalla faccia del 16enne, ha iniziato a scuoterlo, a muoverlo ritmicamente, e più si agitava con la lama in mano e più il gruppetto di ragazzini era terrorizzato.

Quel che più spaventa e lascia allibiti è che nessuno dei presenti sul bus ha mosso un dito, neanche l’autista.

Nessuno, tranne un’altra persona sui 30 anni che ha urlato in faccia al folle col coltello, dicendogli a brutto muso “Ehi, vattene, falla finita, scendi dall’autobus, non lo vedi che sono ragazzini, lasciali in pace o ti ci ammazzo io con quel coltello”.

Rischiando grosso e prendendosi un bel rischio, quello di riceverla lui la coltellata, l’uomo arrivato in soccorso dei ragazzi è però, fortunatamente, riuscito a far desistere l’assalitore dai suoi intenti.

Alla prima fermata utile, quella programmata dall’autista, rimasto, racconta la madre di Damiano, totalmente in silenzio, la persona è scesa di colpo dall’autobus ed è andata via.

Scampato il pericolo, seppur tremante, Damiano è potuto tornare a casa, a Malafede-Giardini di Roma, dove vive con i suoi genitori.

La madre ha raccontato inoltre che, ovviamente, questa bruttissima vicenda che poteva terminare in tragedia, non finirà qui: “Arrivato a casa, Damiano, mio figlio, l’ho abbracciato forte, tremava. Purtroppo non è giustificabile una cosa del genere, ma io ogni tanto gli dico, e sbaglio, ‘Dai damiano, non esagerare, non vestirti troppo strano, lascia stare gli eccessi, là fuori la gente è retrograda, arretrata, è pieno di matti, non ti capiscono’. Ma poi mi sono detta che non potevo e non posso impedire a mio figlio di fare una cosa innocua come mettersi lo smalto alle unghie solo perchè è un ragazzo e non una ragazza. Da tempo lo fanno in tantissimi, eterosessuali e non, e fare queste discriminazioni è assurdo nel 2024. Tuttavia domani denunceremo tutto ai carabinieri”.

Alla domanda sul perché Damiano non l’abbia già fatta, la denuncia, la madre risponde, contattata da canaledieci.it: “Lui va a scuola al ‘Carlo Urbani’, era per quello che era sul bus 01. Erano appena finite le lezioni ed era salito con i suoi compagni di classe sul mezzo pubblico. Stava andando verso la stazione di Lido Centro per tornare a casa nostra, e dopo, pur avendo pianto a dirotto, doveva fare subito, oggi pomeriggio, dei corsi scolastici per avere i crediti formativi necessari per il diploma e ha pensato solo a quello, ma domani denunceremo tutto, è stata una giornata tremenda”.

La madre rincara la dose: “Vorrei tanto sapere perché nessuno oltre a quel santo dell’uomo che ha aiutato mio figlio ha mosso un dito, capisco che si trattasse di un folle armato ma neanche l’autista ha fermato il mezzo o fatto qualcosa. La discussione è andata avanti, l’aggressore ha tirato fuori un coltello che pareva una sciabola, e dopo le urla, con il bus che ha tirato dritto, è sceso come se nulla fosse. Spero che ci siano telecamere nell’autobus ma credo che l’autista e qualcuno che era all’interno del mezzo conoscesse già quel tizio, che fosse una tristissima ‘vecchia conoscenza’ della zona. Perchè nessuno, e ripeto nessuno, mi ha raccontato mio figlio, sembrava poi tanto sopreso di quella scena tremenda”.

Chiediamo poi alla madre di Damiano se prenderà provvedimenti per aiutare suo figlio e lei dice: “Intanto spero che quel malato di mente, le forze dell’ordine, lo catturino, perché un matto che gira col coltello in pieno giorno e prende i mezzi pubblici armato è un pericolo pubblico mortale. Poi credo che se Damiano vorrà, lo inviterò a girare con uno spray al peperoncino per difendersi legalmente, perché non è possibile rischiare la vita senza reagire mai. Se la sicurezza e i pattugliamenti latitano, che cos’altro possiamo fare?”.

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