Guidonia, aggredito si rifugia in un caserma ma succede di peggio

L'aggressione non si ferma nemmeno in caserma, a farne le spese anche un carabiniere

Foto dei Carabinieri in pattugliamento sulla Prenestina

Picchiato e rincorso si rifugia in caserma. Ma gli aggressori, suoi parenti stretti, non si fanno scrupoli e lo raggiungono per completare il pestaggio. La conseguenza, un parapiglia. L’odio familiare  non si ferma nemmeno davanti a una caserma e ai carabinieri in servizio.

L’aggressione non si ferma nemmeno in caserma, a farne le spese anche un carabiniere

I fatti risalgono a lunedì scorso, quando fuori dalla caserma della Tenenza dei carabinieri di Guidonia Montecelio si scatena un caos. Tutto comincia con una richiesta di aiuto da parte di un 64enne. Suona al campanello e chiede aiuto: “Sono inseguito, fare qualcosa”.

La doppia aggressione

Gli inseguitori sono il fratello maggiore 65 anni, e il nipote, 37 anni. Infuriati sono pronti a portare a termine il pestaggio. Volano calci e pugni, tanto che a strappare il malcapitato dalla furia dei familiari sono gli stessi carabinieri. Il più giovane, accecato dalla rabbia, a quel punto aggredisce pure un carabiniere sferrandogli un forte pugno.

La lite in famiglia finisce così all’esame della giustizia.

Per il fratello del malmenato è scattata la denuncia a piede libero per resistenza a pubblico ufficiale.  Ma dovrà rispondere anche rispondere della detenzione illegale di un coltello a serramanico lungo 21 centimetri che aveva in tasca. Mentre il figlio, l’uomo di 37 anni, per l’aggressione al militare è finito direttamente in manette. La procura poi ne ha disposto i domiciliari.