Sale la protesta degli inquilini delle case dove si sono verificati gli ultimi crolli dalle ringhiere
Brutta sorpresa per gli inquilini delle case di via Enea Picchio, ad Ostia. La situazione che stanno vivendo è paradossale. Dopo la paura e la preoccupazione per gli ultimi crolli delle ringhiere dei balconi, oggi si ritrovano tappati in casa.
La protesta sale. Sono arrabbiati ma anche terrorizzati. Temono che si possa ripetere un film già visto, quello di non poter più uscire sul balcone a causa del posizionamento di una rete metallica che poi non viene più tolta.
La protesta arriva direttamente dai residenti che vivono in questa parte di Ostia. Ieri, giovedì 30 maggio, si era verificato l’ultimo di una serie di crolli delle ringhiere dai fabbricati. Le strutture stanno facendo i conti con l’erosione accelerata dall’aria salmastra del mare e che sta sbriciolando cemento e sostegni dei parapetti (per dettagli leggi qui).
Oggi un altro grosso disagio è subentrato. E’ stato avviato, infatti, lo smantellamento delle ringhiere ma senza alcun tipo di avviso, hanno spiegato gli inquilini. In pratica non possono uscire sui balconi, dove si trovano caldaie e lavatrici.
“Sui portoni – afferma una residente – non hanno messo alcun foglio con scritto che toglievano le ringhiere. Non abbiamo quindi avuto modo di spostare le nostre cose. Inoltre non conosciamo i tempi dei lavori né quando rimetteranno le ringhiere. Questa mattina stanno smantellando quelle del primo palazzo di via Enea Picchio e hanno messo delle reti di metallo e plastica. La gente sta tappata in casa, dei prigionieri praticamente. Non c’è nessuno con cui parlare. La gente è nera. Qui c’è chi ha la lavatrice sul balcone, chi il mobile come ripostiglio. Invece che la rete sulle porte mettessero la rete intorno”.
L’assenza di un referente è, in questo momento, un problema grave che queste persone stanno denunciando. Che si tratti dell’Amministrazione, degli uffici o della proprietà degli stabili, le persone chiedono risposte temendo di non vedere luce per non si sa quanto tempo. “Nessuno sa nulla -denunciano – neppure gli operai che, con camion e mezzi presi a noleggio, stanno rendendo inaccessibili i balconi”.
Questo accordo prevedeva degli interventi di straordinaria manutenzione tra cui i balconi solo che, per quanto riguarda questi ultimi, hanno iniziato a farli come segnalato. Il Dipartimento Patrimonio e politiche abitative del Comune ha inviato una lettera in diffida alla proprietà per mettere in sicurezza il cantiere che, chiaramente, non può stare cosi in queste condizioni. Il Dipartimento si è mosso subito mandando la diffida”.