Roma, campionessa paralimpica accerchiata e abusata con la scusa del selfie

Gli abusi sulla campionessa dopo la richiesta di un selfie: a piazzale Clodio decise tre condanne in abbreviato

L'ingresso di piazzale Clodio

La scusa di un selfie, poi gli abusi tra carezze e palpeggiamenti inopportuni. Si è chiusa con tre condanne l’aggressione subita due anni fa da una campionessa paralimpica azzurra avvicinata da falsi fan in un pub a Trastevere.

Gli abusi sulla campionessa dopo la richiesta di un selfie: a piazzale Clodio decise tre condanne in abbreviato

Per i tre imputati la condanna in abbreviato per violenza sessuale di gruppo è stata inflitta dal gup di Roma: 5 anni e 4 mesi. Gli imputati tre uomini tra i 36 e i 38 anni, calciatori di una squadra minore sarda.

I fatti risalgono alla sera del 6 febbraio 2022 nel quartiere romano di Trastevere.

L’atleta, secondo quanto ricostruito nell’indagine, sarebbe stata riconosciuta per le strade della movida capitolina (di fronte a un pub) dai tre giovani tutti originari dell’Oristanese. Possiamo scattare un selfie con te?, l’aggancio.

Quando si sono avvicinati però, la campionessa sarebbe stata palpeggiata e molestata, davanti a diverse persone, tra cui gli amici di lei, subito intervenuti.

Stando alla ricostruzione degli inquirenti i tre avrebbero “con violenza e con un atto improvviso e repentino” palpeggiato le parti intime della giovane atleta “dopo averla accerchiata” proprio con la scusa di un selfie.

Il racconto

La campionessa azzurra ha raccontato nell’immediato quanto successo alla sua amica e alla compagnia con la quale stavano trascorrendo la serata. I ragazzi del gruppo si sono così diretti al tavolo dei tre calciatori sardi per attaccarli: “Vergognatevi!”.

Alcuni dei presenti hanno chiamato i carabinieri che, giunti sul posto, hanno proceduto a identificare tutti e poi a informare l’autorità giudiziaria.

La denuncia in caserma

I tre amici calciatori hanno sempre negato le accuse e distinto le loro posizioni. Uno ha sempre sostenuto di non essersi mai alzato dal tavolo.

Ora la sentenza di condanna per tutti, scontata a poco più di 5 anni grazie alla scelta del rito abbreviato.