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Briciole per la lotta all’erosione delle coste di Fiumicino e Pomezia

Stanziate risorse di modesto importo per proteggere dall'erosione una linea costiera sempre più minacciata dall’avanzamento del mare

Pannicelli caldi. Mentre la stagione balneare, meteo permettendo, è già entrata nel vivo la Regione Lazio muove passi da lumaca per fronteggiare il fenomeno dell’erosione costiera.

Stanziate risorse di modesto importo per proteggere dall’erosione una linea costiera sempre più minacciata dall’avanzamento del mare

L’assemblea della Pisana ha, infatti, approvato un emendamento presentato dall’assessore al Bilancio e Agricoltura, Giancarlo Righini che stanzia 450mila euro a favore dei comuni di Fiumicino e Pomezia per contrastare la costante riduzione delle spiagge situate nei punti più esposti all’azione demolitiva delle correnti marine.

Spiccioli se si considera l’impatto finanziario correlato, per esempio, all’intervento attuato nel mese di marzo scorso sul Canale dei Pescatori di Ostia semplicemente per rimuovere la sabbia che ne aveva ostruito lo sbocco a mare a causa delle mareggiate.

L’attivazione della draga su un tratto lungo appena alcune decine di metri e per poche ore era costata circa 30mila euro, tutti a a carico del bilancio del Comune di Roma Capitale.

I lavori permisero di ripristinare la navigabilità, ma anche di provvedere al ripascimento di un settore di spiaggia messo a dura prova dalle correnti (leggi qui).

Le poche risorse messe ora a disposizione dall’ente territoriale non solo dovranno essere ripartite tra due località di notevole estensione, ma dovranno anche bastare per “la riqualificazione e la messa in sicurezza della costa, anche e soprattutto per il litorale situato a sud della regione”.

Ma che i criteri di ripartizione di una certa tipologia di finanziamenti da parte della Pisana siano quanto meno discutibili emerge anche da alcune “stravaganze” che hanno come termine di paragone l’emendamento Righini.

Alla fine dello scorso mese marzo l’assemblea aveva approvato un altro finanziamento simile di circa 400mila euro per la “progettazione di interventi strutturali destinati alla messa in sicurezza della fascia costiera” del comune aeroportuale più esposta all’aggressione da parte del mare.

Progettazione” e non ripascimento o posizionamento, per esempio, di barriere di protezione soffolte utili a fermare l’avanzamento del mare.

I fondi stanziati, in quel caso, sono stati infatti utilizzati in via esclusiva per realizzare “un’analisi ragionata delle strategie per salvaguardare gli stabilimenti minacciati” dai crolli.

In sintesi. Con una mano si spendono risorse insufficienti a garantire il recupero di spazi di arenile in due località molto popolate soprattutto durante l’estate, mentre con l’altra si consegna un assegno di importo equivalente agli autori di un’analisi fondata sulle conclusioni di un dossier realizzato da Esrin, uno dei sei centri dell’Agenzia Spaziale Europea che ha messo in risalto i gravi rischi connessi alla costante riduzione di moltissime zone litoranee della Penisola.

Scopo dello studio, costato centinaia di migliaia di euro, sarà di tracciare una road map di ampio respiro che consenta all’ente locale di uscire dalla logica dell’emergenza e di attivarsi per tempo mettendo in sicurezza strutture ormai esposte alla spada di Damocle del rischio ambientale, a causa degli intensi mutamenti climatici globali ormai in atto da tempo (leggi qui).

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