Stalker ostinato continuare a inviare messaggi minacciosi alla ex nonostante il divieto di avvicinamento e di comunicazione. Ora la condanna, patteggiata: due mesi di carcere per aver violato le disposizioni del giudice. Vittima la blogger e ex attrice porno Waima Vitullo, tuttora terrorizzata dall’ex fidanzato, un 35enne ossessivo e più giovane di lei di qualche anno. Tra i messaggi tipo: “Mi porterai sulla coscienza”, o peggio “La pagherai”.
Lo stalker continua a inviare messaggi persecutori alla ex nonostante il divieto di avvicinamento, scatta la seconda condanna
Il procedimento è nato dopo la denuncia dell’attrice, assistita dall’avvocato Federico Sinagra, per stalking. Sottoposta a pressioni era stata costretta a cambiare casa e abitudini.
L’inchiesta della pm Daniela Cento riepilogava, infatti, una storia sentimentale degenerata in ossessione da parte dell’ex fidanzato.
Era il 2022 e lui, dopo essere stato lasciato, era apparso fuori controllo. Gli investigatori hanno contato precisamente mille messaggi inviati con l’obiettivo di costringere la donna a tornare da lui.
La pm era riuscita a ottenere una misura (divieto di avvicinamento) nei confronti dell’uomo che lo porterà poi alla prima condanna di 2 anni e 4 mesi di reclusione. Ma nulla ha potuto l’autorità giudiziaria contro la sua aggressività: l’ex partner ha continuato a invadere la privacy della donna con whatsapp inviandole messaggi persecutori.
Oggi Wilma Vitullo si batte per sensibilizzare il tema della violenza sulle donne.
Le minacce
La prima condanna per lo stalker – un 35enne di origini napoletane – risale all’ottobre 2022.
Lo stalker, già destinatario del divieto di avvicinamento, aveva avuto lo scorso giugno un aggravamento della misura, prima in carcere e poi su istanza della difesa agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Nel frattempo la vittima, Waima Vitullo, madre di una bambino, aveva dovuto cambiare abitudini di vita e casa.
Una persecuzione continua
Alla fine lo stalker era finito a processo con un capo di imputazione lungo due pagine. Le contestazioni più gravi si sarebbero verificate secondo l’autorità giudiziaria proprio dopo il divieto di avvicinamento.
Come lo aveva ricostruito nel dettaglio il pm: “Con oltre 100 chiamate al giorno, con messaggi dal contenuto minatorio del tipo p… di merda, io in galera non ci vado perché t’accido a te e poi m’accidio io…io arrivo dove voglio…ti ammazzo, devi morire…Non hai scampo…posso passare anche 100 anni ma io ti cancello dalla terra”.
Dopo la condanna in abbreviato per le persecuzioni ora è arrivata la pena per le violazioni imposte dal giudice. A breve l’uomo tornerà libero, nonostante la nuova condanna – con patteggiamento – a due mesi di reclusione inflitta pochi giorni fa.
Ad attenderlo, però, un nuovo processo sempre per atti persecutori.