Assolto perché il fatto non sussiste. Con questa motivazione il giudice monocratico del tribunale di Roma ha archiviato il processo intentato nei confronti del portavoce di CasaPound, Luca Marsella, dopo la denuncia per violenza privata sporta da Virginia Raggi quando era sindaca di Roma.
Il giudice monocratico assolve l’esponente di CasaPound che era stato denunciato dalla prima cittadina
I fatti risalgono al 18 maggio del 2020. In piena emergenza Covid Raggi era venuta in visita a Ostia ed era stata pesantemente contestata nel corso di una manifestazione contro le misure adottate per fronteggiare la pandemia da Coronavirus.
L’esponente di destra, insieme ad alcuni commercianti, protestò in modo plateale contro la sindaca che si rivolse all’autorità giudiziaria sostenendo di essere stata minacciata e fisicamente assediata, al punto di non riuscire neppure a scendere dall’auto di servizio.
Marsella venne rinviato a giudizio e, alla fine del dibattimento, il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a una pena di sei mesi di reclusione, mentre l’avvocatura di Roma Capitale, costituitasi parte civile pretendeva una condanna provvisionale al risarcimento di un danno da 20mila euro.
“Non ci fu alcuna aggressione -ha commentato dopo il verdetto il portavoce di CasaPound- ci fu una contestazione legittima a un primo cittadino che, in piena crisi dovuta alla fallimentare gestione dell’emergenza sanitaria, si preoccupava di fare passerelle nei quartieri periferici della capitale per racimolare consensi. Siamo riusciti a riportare la verità alla luce, ora vedremo se quelli che hanno strumentalizzato quella vicenda chiederanno scusa”.
“Ero un po’ arrabbiato -ammette Marsella- ed essendo anche un consigliere eletto era mio dovere alzare la voce. Furono i giornali a parlare di aggressione e a montare un caso che non ha trovato riscontro a livello giudiziario”.