Per fare il punto sulla situazione che stanno vivendo alcuni residenti di Acilia è stata convocata un'assemblea pubblica
Continua l’odissea degli abitanti di via Galli 20 a San Giorgio di Acilia. A causa dei lavori di rinforzo delle colonne portanti, agli inquilini e proprietari della palazzina 8 è stato intimato di lasciare gli alloggi, destinazione La Storta.
La decisione è stata comunicata telefonicamente e senza dettagli. Per tale ragione l’Unione Inquilini ha convocato un’assemblea pubblica.
All’incontro hanno preso parte anche l’avvocato Giuseppe Libutti, che ha illustrato i contorni legali della vicenda, e Giuliana Di Pillo che ha spiegato quanto fatto dal Movimento 5 Stelle in sede comunale.
“Quest’assemblea era necessaria – afferma Emanuela Isopo, in rappresentanza dell’Unione Inquilini Ostia e Fiumicino – anche perché con questi inquilini nessuno ha parlato, di fatto, fino ad oggi. Non c’è stato un percorso che ha portato alla programmazione di questi lavori e quindi anche agli spostamenti degli inquilini. Non ci sono stati incontri con il Dipartimento Politiche Abitative di Roma. Almeno noi sindacati abbiamo l’obbligo di venire qui, raccogliere la vertenza, rappresentarli, capire bene effettivamente cosa chiedono. Qui sono tutti disponibili a fare eseguire i lavori. Non deve passare il messaggio che non c’è questa disponibilità. Questa gente sono 15 anni che vive puntellata dentro casa: meritano più rispetto, soprattutto da un ente grande come il Comune di Roma”.
Come si deve con questa spada di Damocle determinata dalla minaccia di dover andare a 40 chilometri di distanza?
“Si vive malissimo –replica un’inquilina – siamo veramente in un momento critico perché oltre al danno anche c’ anche la beffa: ci devono mandare via, non ci devono mandare via, ci devono spostare, devono fare lavori… è una cosa impossibile. Si dorme male, si pensa male e siamo da un momento all’altro alla disperata ricerca di sapere notizie effettive dal Comune, che è assente”.
“Noi chiediamo innanzitutto di essere convocati – aggiunge un’altra inquilina – di avere un colloquio col Comune di Roma, che ci dia informazioni giuste. Abbiamo chiesto un incontro, non ci rispondono. Abbiamo chiesto di avere degli alloggi non a 40 chilometri da qui ma più vicini. Da parte nostra c’è la più piena disponibilità a collaborare col Comune di Roma, che però è latitante in questo momento”.
L’assemblea ha evidenziato principalmente due esigenze: da una parte quella delle garanzie e dall’altra quella del confronto, fino a questo momento assente.