Cosa significa incel: un fenomeno sempre più diffuso (VIDEO)

Spieghiamo chi è l’uomo incel, un disagio in crescita

Negli ultimi anni sta emergendo un fenomeno particolarmente preoccupante. Risponde al nome di incel e riguarda maschi eterosessuali che non riescono a instaurare rapporti con le donne, sentendosi rifiutati. Per loro la colpa è solo dell’altro sesso. Questo alimenta rabbia, misoginia e, a tratti, violenza.

Spieghiamo chi è l’uomo incel, un disagio in crescita

Secondo un incel, le donne sarebbero naturalmente attratte solo dai cosiddetti maschi alfa.

In una relazione, quindi, non conterebbero nulla le affinità caratteriali, affettive o intellettuali. Sempre secondo loro, l’unica soluzione sarebbe togliere alle donne la possibilità di scegliere, ripristinando il patriarcato.

In base ad una ricerca della Commissione Europea del 2021, l’Italia risulta quarta per consistenza e attivismo del fenomeno.

“L’incel è una persona sostanzialmente molto sola spiega Domenico Giuseppe Bozza, psicologo consulente di sessuologia clinica – è una personalità fortemente legata alla depressione, quindi ad un disturbo vero e proprio. E’ una persona che ha una modalità fortemente discriminatoria nei confronti dell’altro sesso”.

Cosa significa incel: un fenomeno sempre più diffuso

Una donna, secondo gli incel, che caratteristiche cerca in un maschio?

“Le caratteristiche di un maschio ricco, in termini proprio economici -prosegue lo psicologo –  che abbia un elevato background culturale, quindi status sociale, e soprattutto esteticamente appetitoso, mi viene da dire questo termine”.

Gli incel vorrebbero che il mondo ritornasse a prima dell’emancipazione femminile, in modo tale da togliere alla donna la possibilità di scelta.

“Sì – aggiunge Bozza-  perché secondo loro, fondamentalmente, la donna ha raggiunto l’eccesso opposto”.  

La teoria degli incel, in sostanza, ha delle basi scientifiche o no?

“Assolutamente no – afferma lo psicologo –  Nel senso che c’è una tendenza alla manipolazione anche di determinati dati che possono avere una parvenza di scientificità. Loro strumentalizzano questi dati per portarli a sé. Come se ne esce? È complicato portare in terapia una persona che non riconosce di avere un problema. 

L’unica cosa che noi possiamo fare attraverso una divulgazione, formazione a tappeto nei confronti delle nuove generazioni, è sostanzialmente veicolare un messaggio scientificamente corretto che non esiste una programmabilità nelle relazioni interpersonali.

Ciascuno di noi è diverso ed essendo diverso, nel momento stesso in cui incontra un’altra persona che è diversa da noi, può trovare appetibile o meno l’altra persona e quindi magari decidere di stare insieme a quella persona”.