E adesso i ladri d’auto puntano alle batterie delle ibride: radiografia di un fenomeno

Crescono anche sul litorale gli atti predatori per impossessarsi delle preziosissime batterie

E’ allarme a Roma per i furti delle batterie elettriche compiuti ai danni dei proprietari di auto ibride. Il fenomeno va così ad aggiungersi a quello delle razzie commesse nelle auto in sosta sui parcheggi di scambio della città, dove i furti riguardano pneumatici e pezzi di ricambio, e sul lungomare di Ostia, dove sono alleggerite degli oggetti dimenticati dai proprietari (leggi qui).

Crescono anche sul litorale gli atti predatori per impossessarsi delle preziosissime batterie

L’incremento degli atti predatori nei confronti delle vetture è in crescita. Lo spettacolo di vetture lasciate senza ruote su blocchetti di tufo o spogliate di fanaleria, paraurti, cruscotti e altro ancora, è drammaticamente frequente. Sul lungomare di Ostia, poi, il fenomeno predatorio di oggetti lasciati incustoditi nelle auto è direttamente proporzionale alle presenze in continua crescita di turisti e villeggianti sul litorale con l’arrivo della buona stagione.

L’occasione, come si suol dire fa l’uomo ladro, e, nel caso di specie a farne le spese è stata per ultima una macchina ibrida depredata nottetempo sul Lido di Roma.

Il modus operandi dei malviventi è abbastanza collaudato e ripetitivo. Anche perché viene effettuato di notte, nella consapevolezza di poter mettere a segno una tipologia di furto che non produce i rumori caratteristici di un motore a benzina, che deve essere messo in moto collegandone i fili per poi darsi alla fuga.

In casi come quelli che si stanno verificando sul Lido i ladri non hanno neppure bisogno di rompere il vetro. Manomettono la guarnizione di un cristallo laterale per aprire la portiera e quindi tagliare il sotto scocca del telaio situato sul sedile posteriore riuscendo così ad arrivare alla batteria per l’alimentazione ibrida.

A quel punto vengono tagliati i cavi di collegamento al sistema di propulsione asportando tutto il blocco che serve l’apparato elettrico.

L’unico ostacolo è rappresentato dal peso di oggetti che richiedono, per essere asportati, l’intervento di una banda di più persone altamente specializzate.

Gente che potrebbe tranquillamente lavorare in un’autofficina e che si dedica a incursioni di questo genere perché, sebbene le batterie siano identificate da un codice di identificazione che ne può ostacolare il riciclaggio sul mercato dei ricambi d’auto, i canali per trarre profitto dal furto sono svariati.

Dove finiscono gli accumulatori rubati

Le batterie delle auto ibride possono, infatti, essere aperte e i loro preziosi minerali estratti e venduti come materia prima, o più semplicemente ricollocate a chi ne può aver bisogno per svariate necessità.

Per esempio usarle come un accumulatore capace di immagazzinare l’energia prodotta da un sistema di pannelli fotovoltaici, oppure per impiegarle come batteria di servizio all’interno di un camper o di una roulotte.

I danni per chi subisce il furto sono, al contrario molto pesanti. Non solo per il costo di svariate migliaia di euro della batteria, che può comunque essere assicurata, ma per il fatto che la vettura non è in condizione di muoversi sino alla sostituzione di pezzi il più delle volte non disponibili.

Le batterie di nuova generazione, al pari di quelle dei telefonini, sono prodotte da moltissime industrie specializzate in giro per il mondo e nessun meccanico fa scorta di magazzino per far fronte a richieste di questo tipo.

Il rischio è dunque quello di dover aspettare molti giorni prima di poter riavere la macchina in piena efficienza.

Purtroppo non si tratta di casi isolati. Lo scorso anno il solo Comando provinciale dell’Arma dei carabinieri di Roma ha arrestato o denunciato circa 160 persone per furti di questa tipologia, mentre nei primi mesi del 2023 l’associazione di categoria di Federcarrozzieri ha certificato un incremento del 30% circa rispetto al 2022, delle richieste di riparazione da parte di automobilisti vittime del furto di batterie elettriche.

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