Sequestrato e ridotto in fin di vita per vendetta: in tre avevano scoperto di essere stati truffati (VIDEO)

Tentò la truffa delle patenti false a tre concittadini, scatenando la loro "punizione esemplare": arrestato un quarto uomo indagato come mandante

Nel 2018 promise a tre soggetti di procurargli illecitamente delle patenti di guida contraffatte, in cambio di denaro. Alla scoperta di essere stati truffati, questi scatenarono sul 41enne una vendetta feroce, prima sequestrandolo e riducendolo in fin di vita, poi rapinandolo e chiedendogli decine di migliaia di euro per liberarlo.

I tre indagati autori della “punizione esemplare” furono arrestati due anni dopo, ma dietro a quella spedizione c’era un altro mandante oggi finito in manette.

Tentò la truffa delle patenti false a tre concittadini, scatenando la loro “punizione esemplare”: arrestato un quarto uomo indagato come mandante

La sera del 4 settembre di sei anni fa, un uomo di 41 anni venne fermato in strada e picchiato brutalmente da tre uomini, che poi lo trascinarono via in auto.

Quel pestaggio messo in atto in modo pubblico, era solo un anticipo di quanto stava per accadergli ancora all’interno dell’appartamento di uno dei tre aguzzini. Qui il 41enne venne sequestrato e massacrato di botte per tutta la notte, sotto la minaccia della pistola.

La vendetta a scopo estorsione

La vendetta perché aveva osato truffare i suoi aguzzini procurandogli per denaro tre patenti contraffatte, poi risultate false. Per avere salva la vita, l’uomo fu costretto a trattare con i tre malviventi sia la restituzione del denaro da lui richiesto in cambio delle patenti, più altre 20mila euro estorte come “risarcimento”.

Solo a queste condizioni, quando il 41enne era ridotto in condizioni critiche e con difficoltà respiratorie, fu lasciato libero di fuggire e a fatica portarsi al Policlinico Umberto I, dove venne ricoverato per gravi lesioni.

Due anni dopo gli arresti: paura e omertà complicano le indagini

L’uomo terrorizzato all’idea di rivivere quell’inferno, impiegò molto a collaborare con i Carabinieri, che incontrarono difficoltà a reperire testimonianze anche a causa della paura mista all’omertà di chi aveva assistito al pestaggio in strada.

L’indagine, condotta dai Carabinieri della Stazione di Mentana e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, ricostruiti i fatti, insieme alla Sezione Operativa della Compagnia di Monterotondo, solo nel 2020 riuscirono a notificare un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Roma, nei confronti dei tre uomini di Fonte Nuova di età compresa tra i 23 e i 37 anni.

In due finirono ristretti in carcere ed un terzo ai domiciliari con braccialetto, gravemente indiziati di essere i responsabili del sequestro a scopo di estorsione, della rapine e delle lesioni personali aggravate nei confronti del concittadino 41enne.

In queste ore, una nuova ordinanza emessa da Gip del Tribunale di Roma, ha disposto la custodia cautelare nei confronti di un quarto uomo. Si tratta di un 39enne romano, già ristretto in carcere per altra causa e gravemente indiziato di sequestro di persona a scopo di estorsione.

Dietro alla spedizione punitiva la mano di un quarto uomo

Sono state le successive indagini dei Carabinieri della Compagnia di Monterotondo, diretti dalla DDA di Roma a raccogliere gravi indizi di colpevolezza anche nei suoi confronti ma con un ruolo di mandante.

Dietro alla punizione dei tre di Fonte Nuova c’era la mano di qualcun altro: il 39enne odierno indagato con un ruolo di vertice che aveva avallato la spedizione punitiva, concorrendovi.

Il criminale che si era guadagnato il “rispetto” con la paura nel territorio di Fonte Nuova, una volta appreso del tentativo di truffa alle tre persone a lui vicine, aveva visto la cosa come un grave affronto da parte dell’allora 41enne, che doveva pagarla.